02 marzo 2008

Tuvixeddu: siamo alle solite

Si continua a parlare per sentito dire.
Adesso anche Gregorini e Cagliari WIVA partono alla carica contro Cocco Costruzioni facendo, purtroppo per loro, la figura dei poco informati.
Di certo non hanno mai visto i progetti di costruzione degli appartamenti nell'area; il fatto stesso che il blog di Amici di Sardegna scriva: "fra non molto, l'impresa Cocco, dove insiste il cantiere edile di viale Sant'Avendrace posto in prossimità di numerose tombe romane, procederà nei lavori di costruzione di una palazzina e tutto sarà irrimediabilmente compromesso." la dice lunga su quanto siano informati sul progetto.
L'accesso alle tombe non è assolutamente precluso, è stato previsto un ampio corridoio di accesso in modo tale che venga ne garantito l'accesso per la loro fruizione.
D'accordo che di fronte alle tombe sorge un palazzo ma cerchiamo di essere realisti: cosa esisteva di fronte alle tombe prima che venisse approvato il progetto della C.C.?
Inoltre, nei tempi passati (per tutti coloro se ne fossero dimenticati) accedere alle tombe non è che fosse così tanto agevole visto lo stato in cui si trovava (e si trova) il vicoletto.
Se prima di parlare qualcuno si fosse fatto una passeggiata, che so, a Roma, avrebbe visto che l'integrazione tra patrimoni archeologico e urbanizzazione edilizia esiste e convive da tantissimo tempo.
E poi cerchiamo di finirla con i soliti stereotipi dell'edificazione selvaggia che spazza tutto quello che trova attorno; anche quelli che (quando fa comodo) vengono chiamati "palazzinari", sono diventati intelligenti. Un sito archeologico nelle vicinanze di un'edificazione edilizia non è più un intralcio come si pensava negli anni 60 e 70 (anche 80) bensì un "valore aggiunto" che fa crescere il valore dell'urbanizzazione. Quindi si spiega anche il voler contribuire alla conservazione e valorizzazione di un patrimonio archeologico; oggi è un investimento che ripaga l'imprenditore ben due volte: la prima volta dimostrando sensibilità verso il patrimonio artistico comune e la seconda includendo il "valore aggiunto archeologico" nel costo di acquisto degli appartamenti.
Giusto per essere chiari: nell'area di costruzione assegnata alla C.C. non esiste nulla di archeologicamente rilevante, cosa facilmente documentabile con buona pace di chi continua a dire il contrario senza uno straccio di prova.
Cerchiamo di mantenere l'ambito del discorso a Cagliari senza spostarci, come al solito, in un altro luogo.
Cioè a Vanvera.

Rif: http://amicidisardegna.blog.tiscali.it//Tuvixeddu__mettiamo
_la_parola_fine__1865600.shtml

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