15 marzo 2008

Tuvixeddu: si va bene, va bene così

Tanto tuonò che alla fine piovve.
La Cocco costruzioni, alla fine, è stata fermata.
Non importa come ma è stata finalmente fermata, non potrà più distruggere tombe e sarà costretta a mollare il terreno, regolarmente acquistato dal comune di Cagliari e dotato di concessione edilizia, per cifre che non ricoprono gli investimenti fatti nell'area.
Per un boccone di pane, insomma.
Un esproprio dove lo Stato (nella figura dei suoi amministratori) si impossessa di un bene, precedentemente venduto, praticamente gratis.
Un flashback del passato che ritorna.
Certamente qualcosa si è imparato da questa storia: quando i poteri "forti" decidono qualcosa, è perfettamente inutile cercare di contrastarlo.
Il "potere" ha sempre ragione; nel remoto caso in cui possa non aver ragione, se la prende, arrampicandosi sui cavilli delle leggi, appoggiandosi a strane alleanze, concedendo spazi che, in condizioni normali, non concederebbe mai.
E' triste rendersi conto che, per quanto ci si ammanti di democrazia, di garantismo e di quant'altro, nel momento in cui il "potere" decide, il diritto, in quanto tale, ha la stessa valenza che poteva avere nel tardo medioevo.
Sono sempre stato per il rispetto delle regole ma, quando queste vengono piegate per interessi di parte, allora non ci sto più, è giusto combattere per il rispetto delle regole, per delle cose, spesso dimenticate chiamate giustizia, rispetto delle regole e degli accordi.
In questa vicenda ho solo visto che i diritti valgono sino a quando, dall'alto, si decide che devono valere, diversamente il concetto diviene evanescente e, grazie ai mille cavilli che è dotata ogni legge, il più debole soccombe in ossequio ad una legge della giungla che è sempre valida.
Ma va bene così, forse è meglio che tutta questa storia stia finendo in questo modo, che accordi presi vengano rigirati ed annullati in base a nuove visioni d'insieme.
Che le "nuove visioni di insieme" vengano avvallate da personaggi con uno spessore culturale tale da confondere i bassorilievi con gli affreschi, persone che hanno permesso (in passato) la costruzione di palazzi sopra siti archeologici importanti (fatevi un giro in Via Trieste), esperti (e presunti tali) che dopo aver dormito il sonno dei giusti per gli ultimi dieci anni, improvvisamente si sono scoperti paladini del colle e combattono strenuamente per la sua salvezza.
E' giusto che sia andata così, almeno si sa con chi si ha a che fare e ci si potrà regolare per il futuro.
Non si sa mai, oggi tocca a Cocco costruzioni, domani a chi toccherà?
Però è strano: tanto rumore e tanta aggressività per il colle, mentre una situazione di sfascio quale l'Anfiteatro di Cagliari continua ad essere regolarmente ignorata; si procrastina di anno in anno con la scusa degli spazi di qualità per gli spettacoli.
E questo, coincidenza, da quando degli spettacoli dell'Anfiteatro si occupa, oltre che l'Ente Lirico, anche un'associazione di organizzazione spettacoli.
Quasi dimenticavo: il capannone sopra la collina di Tuvixeddu era già stato pensato come museo ancor prima che ci pensasse il Governatore Soru.
Andatevi a vedere il progetto di Coimpresa.

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