22 luglio 2008

Tuvixeddu: Il perchè delle cose non dette (per il momento)

Colgo l'occasione del commento lasciato da Catalepton, (il cui significato suona pressapoco come "scelta spicciola" o "alla spicciolata") che ringrazio per quanto scritto sul suo blog nei miei confronti, per parlare di un lato dell'affare Tuvixeddu poco noto: le informazioni e come si gestiscono.
Come argutamente ha osservato Catalepton nel suo blog (http://catalepton.altervista.org/2008/07/20/una-cartolina-da-tuvixeddu), non tutte le informazioni che ho su Tuvixeddu sono state pubblicate.
Ciò implica una spiegazione doverosa nei confronti dei miei lettori sull'argomento.
La premessa a tutto il discorso è data dal fatto che su Tuvixeddu, in realtà, vi sono poche persone che trattano l'argomento e sono in possesso di documenti ed informazioni valide; questo comporta il fatto che se pubblico un'informazione "in anteprima" è quasi automatico risalirne alla fonte.
Dato che, come ho già avuto modo di dire, Tuvixeddu è un campo di battaglia in uno scontro di poteri dove, per dirla in maniera cruda, "non si fanno prigionieri", è facilmente comprensibile il destino di un informatore scoperto a fornire notizie "scomode".
Non dimentichiamo mai che l'archeologia (ed anche l'ambiente) ha pochi soldi a disposizione e tante bocche da sfamare (problema classico quando si ha a che fare con la cultura che, commercialmente, non rende un fico secco).
E proprio sapendo questo che una buona parte di notizie non ho voluto pubblicarle: non mi interessa far correre rischi a delle persone (che spesso è già un miracolo che abbiano qualcosa somigliante ad un lavoro) in nome dell'informazione (a meno che non mi autorizzino espressamente) anche perchè, visti i risultati, non è che l'informazione possa modificare più di tanto la situazione su Tuvixeddu
Non la modifica perchè non esiste un'opinione pubblica in materia.
Una delle ragioni di questa inesistenza è dovuta, come giustamente sostiene Catalepton, alla scarsa informazione dell'area di Tuvixeddu: non esiste una pubblicazione leggibile e comprensibile da un comune mortale, mai visti percorsi realizzati, solo chiacchere da accademia ed avvitamenti linguistici bisognosi di traduzioni simultanee per i non capenti.
Non esistendo un'opinione pubblica in materia (quella poca che c'è non ha peso sufficiente) il tutto si riduce ad una diatriba tra "addetti ai lavori" che, spesso, sfocia in rese di conti per ruggini di vecchia data.
A tale proposito avrei tante di quelle notizie da pubblicare che spiegherebbero certe prese di posizione attualmente inspegabili in quella che si sta riducendo, per molti versi, ad una guerra contro la Soprintendenza Archeologica (molto mirata, aggiungerei) facendo quasi passare la "salvezza" dell'area di Tuvixeddu in secondo piano.
Ma se scendessi in particolari molte persone ne pagherebbero le conseguenze (probabilmente) in termini lavorativi e questo non penso sia un bene.
Sono abbastanza disincantato per sapere che non è il caso di immolare persone sull'altare dell'informazione: non serve.
La gente (escluse alcune persone) legge e se ne infischia: l'ago della bilancia non si sposta di un millimetro.
Nel contempo mi si aggroviglia lo stomaco nel sapere (e non poterlo ancora raccontare) del perchè tante persone hanno rimestato nel calderone di Tuvixeddu apparendo e scomparendo a secondo delle esigenze contingenti.
Così come quelli che, contattati per cause più urgenti di Tuvixeddu (ed anche un pelino più rischiose) sono svaniti nel nulla. Probabilmente non era assicurata l'intervista per il notiziario dell'ora di pranzo. Chissà...
Ma il non aver ancora pubblicato tutto il materiale che ho a disposizione non significa che lo tenga chiuso per sempre nel cassetto.....
Qualche lettore attento si è accorto che su molti episodi della saga di Tuvixeddu ho pubblicato con qualche ora di differenza la stessa notizia però con una maggiore abbondanza di particolari rispetto alle altre fonti.
Una ragione ci sarà: pensateci.

11 luglio 2008

Scippateci pure, tanto siamo Sardi....

Leggevo l'edizione online de Il Corriere della Sera quando una notizia mi ha fatto sobbalzare: Secondo il nostro premier Berlusconi (ha vinto le elezioni e putroppo ce lo dobbiamo tenere) i lavori a La Maddalena per il prossimo G8 vanno a rilento perchè si lavora su un'isola (della Papuasia?) e quindi i compari della Lega hanno subito preso la palla al balzo proponendo di spostarlo a Milano.
Che il beneamato premier avesse idea di spostare il G8 e soffiarlo alla Sardegna era una voce che già girava da giorni ma ora è più di una voce: è realtà.
Come Sardo mi sento indignato da questo tentativo di scippo perpetrato ai nostri danni da figuri che non oso definire politici anche se si atteggiano a tali.
Indignato per l'ennesimo schiaffo dato a noi Sardi, puntualmente depredati di tutto e utilizzati come riserva indiana in cui passare le vacanze.
Idignato nel vedere e sentire personaggi che nulla hanno a che vedere con l'Italia, in quanto dichiarati secessionisti e ben noti per vilipendio continuato della Patria (bandiere bruciate, Governo ladro, un milione di fucili eccetera), farsi avanti come sciacalli nel momento in cui ci sono soldi da spartire. Non dimentichiamo che vi sono congrui stanziamenti per le infrastrutture del G8 che spetterebbero alle aziende locali che vi lavoreranno.
Sono Sardo e come tutti noi Sardi, ho una dignità e grazie a questa mi batterò con qualsiasi mezzo LEGALE perchè non venga perpetrato l'ennesimo scippo nei nostri confronti.
Non vorrei ritrovarmi solo.
Una volta tanto lasciamo perdere i campanilismi ed uniamoci.
Per evitare di essere declassati da Popolo Sardo a semplici servi.
Facciamo sentire la nostra voce.
SeuDeu

04 luglio 2008

Tuvixeddu: la verità sulle 400 tombe mancanti

Qualche tempo orsono ho scritto un articolo cercando di spiegare la differenza del rapporto tra buchi per terra e tombe.
Oggi vi racconto la vera storia delle 400 tombe citate dalla coalizione contro il progetto di Tuvixeddu e l’operato della Soprintendenza Archeologica.
Si tratta di una clamorosa manipolazione della realtà, fatta non si sa bene se per ignoranza o per interessi di parte, comunque sempre di manipolazione si tratta.
Le mitiche 400 tombe si trovano in un’area di circa 50 metri quadrati la cui locazione è visibilissima ed il cui contenuto è stato regolarmente rilevato, fotografato e catalogato.
A questo punto vi chiederete dove sta l’inghippo.
L’inghippo sta nel fato che le tombe sono, come potrete ben immaginare, stratificate.
Prima di continuare l’esposizione, chiariamo un punto fondamentale per la comprensione dell’argomento: cosa si intende in archeologia per tomba.
Quello che fanno intendere come concetto di tomba è, in realtà, un insieme di sepolture stratificate; ovvero veniva seppellito un cadavere e dopo qualche tempo, sopra di questo ne veniva seppellito un altro e così via, creando una sorta di stratificazione di sepolture.
Difatti per tomba si intende, in realtà, la cavità dove venivano effettuata le sepolture; quando vi era la possibilità, venivano scavati nella roccia delle sorte di loculi dove venivano inumate le salme, diversamente si operava esattamente come oggi, ovvero si scavava un fosso e si tumulava la salma. Ed è questo il nostro caso.
Dato che, a quei tempi non esistevano le bare, le salme venivano inumate scavando una fossa, ponendoci dentro la salma e ricoprendo con della terra.
Spesso succedeva che nella stessa area in cui veniva sepolta una salma, tempo dopo ne venisse sepolta un’altra e così via creando nel tempo una stratificazione. Quindi, col passare dei secoli (tanti) il peso stesso delle sepolture ha fatto si che si compattasse la colonna di terra e resti umani quindi gli archeologi hanno ritrovato i resti, per così dire, accatastati gli uni sugli altri esoltanto grazie ad un paziente lavoro di ricostruzione si è potuti arrivare a conteggiare il numero di sepolture (e NON di tombe come qualche manipolatore continua a dire) dentro una tomba.
Adesso provate ad immaginare di estrarre un teschio con delle ossa ed effettuarne il rilevamento mediante disegno e documentazione fotografica; immaginate che sotto un velo di terra compaiano altri teschi ed altre ossa e così via sino ad arrivare alla base della tomba, definita terreno sterile (ovvero non c’è più nulla se non roccia o terra senza nient’altro sotto).
Ovviamente gli scheletri si trovano in posizioni differenti e, spesso, si intersecano tra loro, comunque con angolazioni differenti (provate ad immaginare gli stecchini di uno shangai su di un tavolo per capire l’ordine in cui vengono ritrovate questo tipo di sepolture).
Alla fine dello scavo di avrà il seguente materiale: una serie di ossa umane rigorosamente catalogate ed una serie di disegni e/o fotografie che rappresentano l’esatta mappatura dei ritrovamenti.
Il problema è come rappresentare più sepolture di una tomba dal punto di vista grafico. E’ ovvio che, pensandoci un attimo, si arriva a capire che il problema è praticamente irrisolvibile o quasi.
Essendo varie parti (anche se simili) poste in modo quasi casuale (a causa del movimento della colonna di terra e del suo peso nei secoli) e con angolazioni differenti, risulta chiaro che il solito disegno con la sezione della tomba risulta inutile oltre che incomprensibile; occorrerebbe realizzare una serie di sezioni della stessa tomba difficilmente comprensibili ed inutili per avere una visione di insieme.
Personalmente ho chiesto l’opinione di un esperto di grafica il quale mi ha confermato che l’unico sistema per avere una visione di insieme delle sepolture è l’utilizzo della tecnica del 3D, ovvero una ricostruzione tridimensionale dell’area scavata.
E’ un lavoro complesso in quanto per poter ottenere un simile risultato (l’unico valido per una visione di insieme) occorrerebbe creare i modelli tridimensionali di ogni singolo frammento, crearne la giusta texture (simulazione del rivestimento esterno), collocare ogni singolo pezzo nei tre assi cartesiani, creare dei filtri per eliminare dei particolari a piacimento ed avere la possibilità di poter cambiare il punto di vista e la posizione dell’osservatore.
Considerando che si tratta di lavorare sulla modellazione di parecchie migliaia di parti, si tratta di un lavoro lungo e complesso che abbisogna di mezzi tecnici importanti e personale specializzato.
Sapendo cosa passa il convento statale è altamente improbabile che la Soprintendenza abbia mezzi informatici superiori al solito Pc fornito dalla solita Consip (pc da, forse, 800 euro sul mercato libero e chissà quanto sul mercato statale) senza contare gli esperti in progettazione e costruzione di modelli in 3D che è tutto un altro paio di maniche rispetto al lavoro svolto col solito Autocad. Ci vuole molto più manico, credetemi.
Volendo trovare una soluzione ibrida, ovvero disegnare una sezione più o meno (più meno che più) attendibile delle sepolture implica il fatto che qualcuno che ne capisce della materia (leggi archeologo) deve elaborare un protocollo operativo per far realizzare la grafica della sezione.
Il fatto che non mi risulti esistano tali disegni è segno che:
a) L’archeologo (o gli archeologi) non sono stati in grado di elaborare tale protocollo
b) L’archeologo (o gli archeologi) non hanno voluto elaborare tale protocollo
c) L’archeologo (o gli archeologi) non avevano idea su come operare
Nonostante ciò, basterebbe vedere i disegni messi in ordine di scoperta (dal più recente al più remoto o viceversa) realizzati per ogni tomba per avere un’idea, seppur approssimativa, dello scavo effettuato.
Nel momento in cui si continua a far intendere che 400 tombe non sono state catalogate, nonostante esistano dettagliate documentazione in merito dimostra la malafede di chi lancia simili accuse.
Ed è meglio, tutto sommato, che si tratti di malafede perché se così non fosse certe lauree che vengono sbandierate da questi personaggi andrebbero revocate d’urgenza per manifesta ignoranza da parte di questi detentori abusivi di titoli immeritati.
Sapete qual è la cosa più triste?
Questi personaggi, siano essi in malafede o semplicemente incompetenti sono pagati da tutti noi e che, qualsiasi cosa facciano o dicano ce li dobbiamo tenere.
D’altronde quando mai un “pezzo grosso” è stato mandato a casa?
Mai saputo….