20 marzo 2008

Tuvixeddu: uno specchietto per allodole?

Ieri sera ho vista un documentario che mostrava i trucchi usati dai prestigiatori per i loro spettacoli.
Un classico è far incentrare l'attenzione degli spettatori su una mano mentre l'altra, su cui verte la minor attenzione, prepara il trucco.
Mi è subito venuta in mente (associazione di idee?) la vicenda di Tuvixeddu:
troppo clamore, troppe persone coinvolte, troppa attenzione, troppo tutto; quasi esagerato.
Allora ho pensato: e se la vicenda di Tuvixeddu così come è stata sviluppata e condotta servisse a polarizzare l'interesse, sviando l'attenzione su qualcos'altro che sarebbe meglio passasse il più possibile inosservato?
Primo passo verso la paranoia?

18 marzo 2008

Un porto antico nel Sulcis?

Quando si dice la casualità.
Pensi di aver scoperto qualcosa e poi ti accorgi che qualcun altro è arrivato alla tua stessa conclusione.
Ma andiamo con ordine: tramite Google Earth stavo osservando la costa dell'Iglesiente quando mi sono imbattuto su qualcosa di veramente strano: sembrerebbero i resti di un porto antico.
Una formazione regolare di circa 3Km con degli ingressi (?) posti ad intervalli regolari.
Più sotto la fotografia tratta da Google Earth con le coordinate geografiche.
Queste le coordinate: 39°17'10.00"N - 8°25'30.00"E
Spinto dalla curiosità di trovare dei dati su quella zona, mi sono imbattuto in un blog dove un certo "antoni.pitzalis" posta la stessa cosa che ho trovato io.
Per correttezza includo anche il link dove se ne da notizia:
http://www.irs.sr/forum/viewtopic.php?t=918&start=40

Dato che proprio non sembra possarsi trattare di una struttura naturale e, meno che mai di alghe, sarei curioso di sentire qualche opinione (spero) qualificata.
E magari scoprire se tutti i vari paladini della conservazione dei tesori storico-culturali della nostra isola faranno qualcosa.
Vediamo chi si muove.
P.S.:
Vorrei ricordare a tutti quelli che, seguendo il dogma secondo cui chi non canta nel coro ha sempre verità sospette (alludo alla stessa cosa che ho scoperto ,segnalata anche in un forum di IRS) che questa notizia si basa su una foto satellitare e non su un proclama politico.
Vediamo gli sviluppi (se ce ne saranno).





Tuvixeddu: facciamo il punto.

Su Tuvixeddu sta iniziando a succedere di tutto e contemporaneamente; mi sembra quindi il caso di fare un riassunto dei fatti di questi giorni per poi analizzarne i singoli episodi in un secondo momento.
Parto con un mistero internettiano: i lettori del blog stanno aumentando mentre gli articoli del blog stanno scomparendo dai motori di ricerca.
Misteri del web......

Si continua a falsare l'ottica delle tre sentenze del TAR:
adesso la gravità sta nella sentenza in quanto tale; si ipotizza un "eccesso di potere" del TAR e si è scritto e dichiarato sull'incompetenza del TAR nell'interpretazione della legge Urbani. Inoltre (sempre stando alle letture "di parte" della sentenza) si afferma che il TAR abbia "tolto i vincoli" da Tuvixeddu; balle: ha ripristinato semplicemente i vincoli precedenti che andavano benissimo stante lo stato reale dei luoghi (e non quello scritto sui libri di storia).
Siamo arrivati alle falsità palesi.
Il TAR si è semplicemente limitato ad esaminare il modus operandi della RAS, contestandone il merito, non negando il valore del colle di Tuvixeddu e, meno che mai, negando l'esigenza di tutelarlo; ha detto semplicemente che la Giunta Regionale non ha agito per perseguire tale fine, bensì un altro.
Ha elencato le azioni rilevandone la gravità del modo in essere.
Tutto nero su bianco ed in italiano.
Sempre sul TAR si è scatenata l'ira (?!) di ItaliaNostra che ha fatto (sembra)risordo in giudizio contro il TAR reo di aver interpretato male la legge Urbani.
Effettivamente mancava un altro attore da mandare allo sbaraglio per aumentare la confusione.

La guerra su Tuvixeddu continua e c'è da segnalare che, allo stato attuale non si fanno prigionieri.
Parrebbe che il nostro 007 (di cui ho parlato in un altro articolo) sia servito anche per facilitare le mosse di un funzionario di un ente per effettuare ispezioni "a sorpresa" quindi montare un altro caso.
Le vittime?
Coloro i quali non sono stati disposti ad inventarsi un nuovo ritrovamento archeologico per giustificare l'applicazione di un comma della legge Urbani che permetterebbe il vincolo totale del colle, così come nei sogni di molti.
Anche chi vi scrive si è visto togliere dei lavori concordati molti mesi orsono con degli enti locali...

Nel frattempo sto tenendo in sospeso la mia risposta al prof. Stiglitz perchè non riesco ancora a trovare traccia delle tombe che il prof. dice di aver scoperto in via Maglias; ho solo trovato due forni per la cottura della calce ma è roba del tardo '800. Continuo quindi a cercare..
In compenso ho scoperto le funzioni del titolo "Ispettore Onorario della Soprintendenza Archeologica" in quest'articolo che vi riporto:
" In precedenza era esistita (e tuttora sopravvive) la figura dell'ispettore onorario (BB.CC. n.d.r.), qualche volta appassionato cultore, più spesso solo una figura di prestigio che in molti paesi d'Italia rappresentava lo Stato nel campo delle Belle Arti.
Era l’avvocato, il prete, il farmacista, l’uomo di cultura in genere che, informato di scoperte occasionali, le segnalava alla Soprintendenza, recuperava a sue spese e raccoglieva reperti – da cui in molti casi hanno avuto origine raccolte museali – che inviava resoconti, più coloriti che scientifici, a “Notizie degli Scavi”, che legava in genere il proprio nome alla ricostruzione, spesso fantasiosa e retorica, della più antica storia della propria città.

Queste figure furono stravolte dalla “rivoluzione” degli anni ’60, quando tombaroli, lavori agricoli meccanizzati, espansione edilizia, cave e le richieste sempre crescenti dall’Italia e dall’estero di oggetti antichi sconvolsero il tranquillo mondo della ricerca archeologica e della tutela in genere dei beni culturali.
"
L'intero articolo a firma di Ludovico Magrini che spiega in maniera esaustiva il significato di queste figure che gravitano nel mondo del volontariato che si può leggere qui:
http://www.gruppiarcheologici.org/associazione/profilo_etico/art_magrini_1.php

Vi è da segnalare che alcuni attori non in perfetta sintonia col coro, hanno preferito darsi (penso provvisoriamente) alla politica mentre altri, voci assolutamente fuori dal coro continuano ad essere tali.
Non ci si può dimettere da se stessi.

17 marzo 2008

Via S. Avendrace & La Maddalena

C'è una grande differenza tra fare trionfalismi in via S.Avendrace e a La Maddalena.
In via S. Avendrace, al massimo si prendono insulti dai residenti.
A La Maddalena direttamente uova & pomodori.
Vorrà pur dire qualcosa...

16 marzo 2008

Tuvixeddu: corsi & ricorsi

La RAS sostiene:
"Nell'istanza presentata dalla Regione, al punto 2., si legge testualmente: "L'impresa controinteressata Cocco Raimondo Srl sta realizzando, proprio davanti alle grotte, derivanti da antichi insediamenti rupestri (assimilabili ai "sassi" di Matera), rinvenute nell'area, opere in cemento armato che coprono gli inestimabili reperti archeologici e che renderanno pressoché impossibile, tra pochi giorni, un accettabile ripristino dello stato dei luoghi, necessario per la tutela della zona sottoposta a vincolo paesaggistico, sulla cui legittimità la Sezione è chiamata a decidere".

Commento:
Gli inestimabili reperti archeologici sono lì scoperti, catalogati e dimenticati almeno dal 1995.
Le opere in cemento armato (evidentemente in RAS sono convinti che i palazzi si costruiscono in cartone) coprono (documentazione alla mano) una superficie che non ha nessuna valenza archeologica.
Di nuove scoperte non ve ne sono (e questo è documentato) quindi appellarsi al Codice Urbani è un tantino arrampicarsi sugli specchi.

Andrà a finire come al solito: tutto bloccato dai vincoli e tutto abbandonato perchè non ci sono i soldi.
I topi e gli scarafaggi ringrazieranno.
Gli abitanti del quartiere un po' meno.

E sì, questo perchè tra riunioni, proposte di progetto, ricerca di finanziamenti, come minimo ci passeranno alcuni anni.
In caso contrario vuol dire che era già tutto previsto....

15 marzo 2008

Tuvixeddu: si va bene, va bene così

Tanto tuonò che alla fine piovve.
La Cocco costruzioni, alla fine, è stata fermata.
Non importa come ma è stata finalmente fermata, non potrà più distruggere tombe e sarà costretta a mollare il terreno, regolarmente acquistato dal comune di Cagliari e dotato di concessione edilizia, per cifre che non ricoprono gli investimenti fatti nell'area.
Per un boccone di pane, insomma.
Un esproprio dove lo Stato (nella figura dei suoi amministratori) si impossessa di un bene, precedentemente venduto, praticamente gratis.
Un flashback del passato che ritorna.
Certamente qualcosa si è imparato da questa storia: quando i poteri "forti" decidono qualcosa, è perfettamente inutile cercare di contrastarlo.
Il "potere" ha sempre ragione; nel remoto caso in cui possa non aver ragione, se la prende, arrampicandosi sui cavilli delle leggi, appoggiandosi a strane alleanze, concedendo spazi che, in condizioni normali, non concederebbe mai.
E' triste rendersi conto che, per quanto ci si ammanti di democrazia, di garantismo e di quant'altro, nel momento in cui il "potere" decide, il diritto, in quanto tale, ha la stessa valenza che poteva avere nel tardo medioevo.
Sono sempre stato per il rispetto delle regole ma, quando queste vengono piegate per interessi di parte, allora non ci sto più, è giusto combattere per il rispetto delle regole, per delle cose, spesso dimenticate chiamate giustizia, rispetto delle regole e degli accordi.
In questa vicenda ho solo visto che i diritti valgono sino a quando, dall'alto, si decide che devono valere, diversamente il concetto diviene evanescente e, grazie ai mille cavilli che è dotata ogni legge, il più debole soccombe in ossequio ad una legge della giungla che è sempre valida.
Ma va bene così, forse è meglio che tutta questa storia stia finendo in questo modo, che accordi presi vengano rigirati ed annullati in base a nuove visioni d'insieme.
Che le "nuove visioni di insieme" vengano avvallate da personaggi con uno spessore culturale tale da confondere i bassorilievi con gli affreschi, persone che hanno permesso (in passato) la costruzione di palazzi sopra siti archeologici importanti (fatevi un giro in Via Trieste), esperti (e presunti tali) che dopo aver dormito il sonno dei giusti per gli ultimi dieci anni, improvvisamente si sono scoperti paladini del colle e combattono strenuamente per la sua salvezza.
E' giusto che sia andata così, almeno si sa con chi si ha a che fare e ci si potrà regolare per il futuro.
Non si sa mai, oggi tocca a Cocco costruzioni, domani a chi toccherà?
Però è strano: tanto rumore e tanta aggressività per il colle, mentre una situazione di sfascio quale l'Anfiteatro di Cagliari continua ad essere regolarmente ignorata; si procrastina di anno in anno con la scusa degli spazi di qualità per gli spettacoli.
E questo, coincidenza, da quando degli spettacoli dell'Anfiteatro si occupa, oltre che l'Ente Lirico, anche un'associazione di organizzazione spettacoli.
Quasi dimenticavo: il capannone sopra la collina di Tuvixeddu era già stato pensato come museo ancor prima che ci pensasse il Governatore Soru.
Andatevi a vedere il progetto di Coimpresa.

14 marzo 2008

Tuvixeddu: qualcosa di diverso

Si parla tanto di valorizzare il colle di Tuvixeddu ma poi, in realtà, cosa stanno facendo?
Aperta la "caccia al cantiere" e basta.
Mancano idee, visioni alternative, soluzioni valide, ci si ostina unicamente a cercare, mediante applicazioni avventurose di leggi & cavilli, di modificare accordi preesistenti che, nel bene e nel male, sono stati sottoscritti e devono essere onorati.
Tralasciando, per un attimo il colle vero e proprio e cogliendo la palla al balzo sul tentativo di chiusura del cantiere della Cocco costruzioni a tutti i costi, vorrei fare una proposta proprio per quella zona.
Innanzitutto osservate attentamente la fotografia sotto.
Qualche spiegazione sui segnacci che ho fatto sulla foto.
Sperando che sia abbastanza visibile vediamo un po' i colori:
Rosso: limite della lottizzazione Cocco per la costruzione del palazzo.
Giallo: tombe esistenti
Bianco: sagoma del costone di contenimento.


Ora osserviamo cosa si vede addossandosi (virtualmente) al futuro palazzo.
Abbiamo un muro con dei buchi.
I buchi sono gli ingressi delle tombe ma quello che c'è intorno è soltanto spazzatura di epoca moderna.
Infatti il muro che vedete niente altro non è un bastione di contenimento costruito in epoca abbastanza recente e dietro vi è un riempimento di terra (sul bordo in alto della foto si intravedono delle piante che, notoriamente hanno bisogno di terra per crescere) anche questo di epoca recente.
Per cui (non occorre una laurea in missilistica per arrivarci) abbiamo una struttura abbastanza moderna che copre il costone roccioso originario del colle (con tutto quello che potrebbe rivelare).
Il terreno su cui insiste è di proprietà di Muscas ma è coperto da un vincolo totale per cui il proprietario non può fare assolutamente nulla tranne che poterlo vendere.
Ora, l'idea è questa:
Se realmente si vuole valorizzare questo tratto ai piedi del colle, perchè RAS, Provincia o Comune di Cagliari non acquistano quel terreno e finanziano lo svuotamento di terra che copre la roccia eliminando le strutture di contenimento aggiunte, in modo tale che venga riportato al suo stato originale il crinale con tutte le scoperte conseguenti che verranno in essere.
Si, questo perchè, se osservate i cerchietti gialli noterete sicuramente che tra il cerchietto che indica (a spanne) l'ubicazione della tomba a sinistra (quella con i bassorilievi pesci e spighe, non affrescate come qualcuno sostiene) ed il gruppo che indica le tombe a destra vi è uno spazio vuoto.
Scommetto che, sbancando la terra ed eliminando il muro (non il contrario se no casca tutto in testa), si troverebbero altre tombe.
Comunque sia, anche non trovando nulla di archeologicamente rilevante, si riporterebbe la base del colle nelle sue condizioni originarie e si farebbe sparire quel cazzotto in un occhio che è il muro che avete visto nella foto.
E non è poco.
Voi cosa ne pensate?

Il cantiere sotto controllo

Ci mancavano gli 007 improvvisati per completare l'album della vicenda di Tuvixeddu.
Eh si, per quanto vi possa sembrare surreale, le cose stanno proprio così.
Difatti da qualche giorno, un misterioso individuo armato di macchina fotografica passa la giornata ad osservare il cantiere della Cocco costruzioni di Via S, Avendrace da un palazzo di fronte ad esso.
Escludendo, data la natura del soggetto osservato, si possa trattare di un naturalista, viene da chiedersi a quale scopo tale osservazione.
Una teoria potrebbe essere quella secondo cui qualche attore di questa vicenda ha tutto l'interesse a conoscere ogni minimo movimento entro il cantiere ed ha piazzato un novello 007 a tenere d'occhio la situazione.
E' surreale il fatto che, mentre il novello 007 osserva il cantiere dal mirino della sua macchina fotografica, io osservo lui da dietro il mirino della mia telecamera.
Detta così sembrerebbe un film di spionaggio di serie B ma è tutto assurdamente vero.
Se poi il nostro 007 sta osservando il cantiere nella speranza di scoprire qualche tomba nascosta gli posso far risparmiare il suo tempo: esclusi i detriti che sono di epoca recentissima, non c'è proprio nulla di interessante.
Solo rumore, polvere ed operai che lavorano.
Tutto qui,

Tuvixeddu: le non scoperte di Legambiente

Nell'articolo intitolato "Tuvixeddu, allarme lavori " pubblicato su ilSardegna in data 11 marzo, il signor Legambiente (presumo trattasi del suo portavoce nonchè presidente Vincenzo Tiana) dichiara che "...un'antica tomba a camera affrescata, descritta dallo Spano e ritrovata da Legambiente nel 1995.....".
Ero curioso di saperne di più su questa tomba "affrescata" presente nelle immediate vicinanze del cantiere di Cocco costruzioni (come indicato dalle recenti foto del cantiere pubblicate sul sito di Legambiente), quindi mi sono messo a cercare più particolari ed ho scoperto che Legambiente, stando alle pubblicazioni, non ha scoperto proprio nulla.
La scoperta (sarebbe il caso di parlare di riscoperta, in quanto già nel 1861 ne parlava lo Spano) è stata fatta si nel 1995 ma ad opera dell'archeologa Donatella Salvi che ha pubblicato nell'anno successivo, nei quaderni della Soprintendenza Archeologica di Cagliari e Oristano (precisamente il 13/1996).
Precisamente si tratta di quella che, comunemente viene indicata come la tomba con pesci e spighe.
Che, contariamente a quanto viene detto nell'articolo, non è affrescata, bensì ha dei bassorilievi.
Nella pubblicazione è presente la descrizione di stucchi e fregi.
Vi è una notevole differenza tra un affresco ed un bassorilievo fatto con degli stucchi. O no?
Di questa tomba pubblico le immagini della sua locazione, degli interni ed il disegno del rilevamento.
Immagini tratte da "Donatella Salvi - Una tomba con pesci, spighe ed altri fregi nella necropoli cagliaritana di Tuvixeddu 1996 - Notizie preliminari"
Le foto sono state realizzate da L. Corpino, il rilievo da M. Olla con la collaborazione volontaria degli allievi del corso A dell'Associazione Karalis.
Di Legambiente nemmeno l'ombra.

Dimenticavo: se la cosa può essere interessante per voi lettori, sono in grado di pubblicare integralmente il contenuto del quaderno.
Fatemi sapere e, nel frattempo guardatevi le foto






12 marzo 2008

Tuvixeddu: "La Nuova Sardegna" scrive...

Riporto integralmente un articolo de "la Nuova Sardegna" del 12/02/2008 a firma di Mauro Lissia sull'argomento.
E' reperibile sul sito della RAS nella rassegna stampa:
http://www.regione.sardegna.it/j/v/491?s=71719&v=2&c=1489&t=1

LA NUOVA SARDEGNA
Caso Tuvixeddu, la Procura apre un'inchiesta
12.02.2008
Due esposti presentati da Iniziative Coimpresa Gli incarichi dei componenti la commissione
di Mauro Lissia CAGLIARI.

Dopo la sentenza-choc del Tar, sul caso Tuvixeddu la parola passa alla Procura della Repubblica: i due esposti presentati dall'avvocato Agostinangelo Marras su incarico dell'Iniziative Coimpresa sono stati assegnati al sostituto procuratore Daniele Caria, che ha iscritto il fascicolo al modello 45 «notizie non costituenti reato».
L'esame degli atti comincerà in queste ore e nel pomeriggio di venerdì scorso Coimpresa ha trasmesso al pm la decisione dei giudici amministrativi, che riguarda gran parte degli aspetti adesso all'attenzione del magistrato penale.
«Non abbiamo ipotizzato alcun reato - ha spiegato Marras - ma ci siamo limitati a offrire alla valutazione della Procura tutti gli atti compiuti dall'amministrazione regionale in questa vicenda, perchè si accerti se oltre alle questioni di carattere amministrativo sulle quali si è espresso la scorsa settimana il Tar possano essere rilevati anche profili penali».
Se il Tar ha dato ragione su tutta la linea ai ricorrenti - il comune di Cagliari, Iniziative Coimpresa e la ditta «Cocco costruzioni' - con una sentenza contro la quale Renato Soru ha annunciato di volersi appellare al Consiglio di Stato, il pm Caria potrà partire dalle valutazioni dei giudici amministrativi per approfondire i tre punti sui quali il collegio ha pesantemente censurato l'operato della Regione.
Il primo riguarda la nomina dei quattro membri esterni e l'intera procedura di costituzione della commissione per il paesaggio destinata a proporre alla giunta il «notevole interesse pubblico» dei colli cagliaritani: per il Tar doveva essere nominata con una legge, perchè era stata una legge regionale a istituire le commissioni provinciali in attività prima del Codice Urbani. Una commissione costituita in base a una norma votata dal consiglio regionale - secondo il Tar - non può essere rimpiazzata da un organismo messo insieme sulla base di criteri imprecisati.
Qui poi gli interrogativi si sommano, perchè a far parte del quartetto di membri esterni era stata chiamata Maria Antonietta Mongiu: ed è stata lei stessa a proporre in commissione e poi ad approvare come componente della giunta regionale la proposta di bloccare Tuvixeddu, la sola proposta trattata fino ad oggi da quando l'organismo è stato costituito.
Curioso osservare poi come tutti i componenti la commissione - che in base al Codice Urbani hanno dovuto lavorare gratis all'esame del caso Iniziative Coimpresa-Tuvixeddu - hanno poi beneficiato di altri incarichi retribuiti da parte della Regione:
il docente Ignazio Camarda, che aveva già lavorato come consulente per il piano paesaggistico (43.280 euro) e poi allo studio del Ppr per le zone interne (35.666 euro), il 5 dicembre 2007 è stato chiamato a far parte con la delibera 49/35 e con un successivo decreto presidenziale (23 gennaio 2008) del comitato scientifico per la Conservatoria delle coste.
Di quest'organismo fa parte grazie agli stessi due provvedimenti anche un altro membro della commissione, l'architetto Sandro Roggio.
Infine il professor Raimondo Zucca, già impegnato sul Ppr (40.734 euro), ha ricevuto l'incarico per il piano delle zone interne (33.666 euro) e il 23 ottobre 2007 è stato nominato dall'assessore Mongiu membro dell'Osservatorio regionale dei musei.
Si tratta quindi, a parte l'assessore Mongiu la cui nomina è politica, di persone di consolidata fiducia dell'amministrazione.
Secondo il Tar però la loro competenza in materia non è stata documentata agli atti, così come i criteri per la nomina
.
Ma ad accendere l'attenzione della Procura potrebbe essere anche il secondo aspetto della vicenda richiamato in uno degli esposti: l'incarico conferito all'architetto francese Gilles Clement, che ha presentato al Festarch dell'estate scorsa un piano alternativo per Tuvixeddu: il «Parco Karalis».
Secondo l'esposto depositato dall'avvocato Marras negli uffici della Regione non c'è traccia della sua nomina.
«Iniziative Coimpresa ha chiesto in base alle norme sulla trasparenza degli atti amministrativi di avere copia della delibera che riguarda Clement - ha confermato il penalista - ma non è arrivata alcuna risposta. Come e da chi l'architetto sia stato nominato resta un mistero».
Non sarebbe un mistero invece il compenso riconosciuto al grande professionista: secondo Marras ammonta a 150 mila euro.
Quindi - a giudizio dell'avvocato - per affidare l'incarico di progettazione sarebbe stata necessaria una selezione pubblica.
Tra l'altro il progetto alternativo firmato da Clement - prevedeva anche un'area di sosta sotterranea e un anfiteatro - ha indotto i giudici del Tar a esprimere il sospetto che la Regione non abbia voluto, con le delibere di sospensione dei lavori sui colli e la successiva dichiarazione di interesse pubblico, fermare realmente l'edificazione dell'area di Tuvixeddu.
Ma semplicemente abbia cercato di aprire la strada a un piano alternativo.
Lo confermerebbe il fatto che Clement era al lavoro sul progetto prima ancora che i vincoli imposti dalla giunta regionale divenissero esecutivi.
Infine l'accordo di programma.
In base al Codice Urbani poteva essere rivisto soltanto se la situazione dei luoghi interessati dall'intervento fosse profondamente mutata dalla firma del contratto, nell'agosto 2000, ad oggi.
Ma secondo i giudici del Tar - che hanno compiuto un sopralluogo e si sono riferiti agli atti della causa amministrativa - negli ultimi sette anni a Tuvixeddu non è avvenuto alcunchè di significativo, al di là dei lavori («imponenti» scrivono i giudici) avviati dall'impresa.
Ecco perchè, al di là dei riflessi civilistici e dei risarcimenti conseguenti richiesti da Coimpresa attraverso il tribunale competente, l'avvocato Marras ha proposto la questione dell'accordo disatteso anche all'attenzione della Procura: se realtà e descrizione ufficiale della realtà non coincidono, qualcuno ha voluto mischiare le carte?

No comment (per il momento)
All you need is cash....

Tuvixeddu e gli accordi di programma

PREMESSA: Essendo basato su un articolo pubblicato su un quotidiano (ilSardegna del 12/03/2008) e non avendo trovato riscontro documentale adeguato, si tratta di un commento all'articolo.

A quanto sembra, la RAS ha deciso (ma si sapeva già da giorni) di impugnare la sentenza del TAR su Tuvixeddu.
Ciò che lascia sbalorditi è il principio su cui si basa, ovvero il fatto che un accordo di programma, non avendo "una forza di un contratto regolato dal Codice Civile".
In parole povere, l'accordo siglato nel 2000 tra Comune di Cagliari, Regione Autonoma della Sardegna e Coimpresa non ha nessun valore.
Da perfetto ignorante in cavillologia politica mi chiedo come sia possibile affermare una cosa del genere.
Va bene che le leggi sono state scritte (a quanto sembra) in modo tale chi ciascuno ci trovasse la sua verità ma mi sembra si stia andando sul surreale.
Se un progetto (che si trascina dal 2000), verificato da non si sa più quante commissioni, che ha avuto tutti i possibili via libera ed è stato condiviso dalle parti, quindi, visti i tempi vi è stato tutta la possibilità di valutare i pro ed i contro, non è che, appellandosi (?) alle leggi di Statuto Speciale, il primo politico che arriva, decide di mandare in malora un accordo così complesso, in sostanza appigliandosi a dei cavilli.
Se passasse questo modus operandi, nessun imprenditore sano di mente investirebbe più una lira in Sardegna.
Provate ad immaginare un tale che acquista un terreno, chiede tutte le autorizzazioni possibili ed immaginabili, le ottiene ed inizia i lavori; passa il tempo ed un bel giorno, il politico di turno decide che quel terreno (in barba agli impegni presi) deve essere vincolato quindi, blocca i lavori al nostro tale, si riprende il terreno e, magari gli fa anche pagare i danni per (presunto) sopravvenuto scempio.
E' chiaro che, messa così, la vicenda Tuvixeddu può creare un precedente molto pericoloso per lo sviluppo in Sardegna: la paura di investire per l'incertezza di arrivare (serenamente) alla conclusione dell'investimento.
Se un investitore non ha la certezza che gli accordi con gli enti vengano rispettati, sicuramente non rischia neppure un centesimo e va ad investire altrove.
E di questi tempi non è che ci possiamo permettere di far scappare gli investitori.
Da che mondo è mondo gli impegni vanno, nel bene e nel male, mantenuti. Si possono fare degli aggiustamenti in fase di sviluppo (come è normale sia) ma non si possono stravolgere, sarebbe il funerale del diritto e, se addirittura le istituzioni iniziano a percorrere questa strada, Dio solo sa quali potrebbero essere gli sviluppi.
L'unica cosa certa è che simili pastrocchi vengono, sempre e comunque, pagati unicamente dalla comunità, quindi prepariamoci i portafogli.
Come sempre.

11 marzo 2008

Tuvixeddu: il flop in umido (3a parte)

In fondo era semplice, bastava leggere qui:
http://www.legambientesardegna.com/news/39/10-03-08_-_
Legambiente
_conl%E2%80%99Assessore_Regionale_ai_Beni_
Culturali_Mongiu_in_
un_sopralluogo_al_Cantiere_Cocco.htm
per capire tutto.

"Lo smantellamento dei vecchi fabbricati ha riportato alla luce anche nuove cavità funerarie che necessitano di un’ispezione da parte delle autorità competenti."
E' senz'altro uno scoop eccezionale....

"Legambiente accompagnerà l’Assessore Regionale ai Beni Culturali Maria Antonietta Mongiu Lunedì 10 Marzo alle ore 10 in un sopralluogo all’interno del Cantiere Cocco in Viale Sant’ Avendrace tra i numeri 35 e 55"
E questo spiega la moltitudine dei rappresentanti dei media....

Quello che non è stato detto (e lo si sapeva prima) è che l'assessore non sarebbe stato presente (causa impegni istituzionali) e quindi i presenti avrebbero usufruito di tutto lo spazio mediatico che, diversamente avrebbero avuto solo marginalmente.
Caso o premeditazione?
Mah!

Tuvixeddu: mi risponde Prof. Alfonso Stiglitz

Pubblico integralmente la risposta inviatami dal prof. Alfonso Stiglitz anche se mi chiede di fare una precisazione che riporto integralmente:
"...Non sono professore, nel senso che non ho una cattedra; di quando in quando insegno a contratto all’Università (lo scorso anno ho insegnato tecniche di analisi archeologica del territorio in un corso IFTS organizzato dall’Università), il che mi da il titolo di prof. solo per il tempo dell’incarico e stop. Ogni volta cerco di spiegarlo anche ai giornalisti, ma spesso senza successo. Per cui basta anche semplicemente Alfonso Stiglitz"


Prof. Alfonso Stiglitz risponde all'articolo:

Tuvixeddu: Prof. Stiglitz, a che gioco sta giocando?

Gentile (non molto) Seudeu
mi incuriosisce il suo tono aggressivo, da giudice supremo, che contrasta in modo palese e sorprendente con quello da Lei usato nello scambio di mail che periodicamente abbiamo.
Non vorrei che l’aggressività fosse un po’ forzata, magari per coprire alcune affermazioni un po’ grossolane che Lei fa nei miei confronti. Anche perché, da quanto mi ha confessato per mail, ha assistito, in incognito, ad alcuni miei interventi pubblici; mi riferisco, soprattutto, alla relazione scientifica che svolsi lo scorso anno nell’ambito del congresso scientifico che il Dipartimento di Scienze archeologiche e storico-artistiche che si tiene periodicamente nella Cittadella dei Musei. Un intervento che apriva i lavori di quel convegno e che mi era stato richiesto proprio dall’Università; quindi da qualcuno che crede nella mia competenza scientifica. In quella sede, se è stato attento avrà visto le tombe di via is Maglias e quelle della salita di Buoncammino (visto nel senso che ho mostrato le immagini) e ho anche analizzato le varie problematiche archeologiche di quell’area e le mie critiche pesanti all’ampliamento della Facoltà di Ingegneria.

Cerco di rispondere alle sue domande, spero in maniera sintetica ed esauriente, chiedendole un adeguato risalto, non all’importanza della mia persona quanto per rendere i lettori in grado di confrontare le domande con le risposte.
Togliamo subito alcuni dubbi: quello che dico è sempre “farina del mio sacco” visto che non ho nessuno che mi suggerisce, né svolgo consulenze retribuite su Tuvixeddu per chicchessia. Sono abituato a pensare e a parlare liberamente da libero cittadino e, nel caso specifico, da archeologo specialista. In secondo luogo la giornalista non ha travisato, ma sintetizzato, per evidenti esigenze di spazio, una lunga conversazione e ciò porta, inevitabilmente, a perdere buona parte dell’argomentare che come Lei sa, per avermi sentito, è abbastanza ampio e, soprattutto rispettoso di tutti, anche di coloro che la pensano diversamente da me. Nell’ultimo intervento, quello a Palazzo Regio, sa bene per averlo sentito di persona che ho elogiato i progettisti, anche quelli del progetto Coimpresa, pur esprimendo il mio dissenso, che si è esteso al progetto di Clemant, per intenderci quello voluto dalla Regione (in altre sedi mi è capitato, anche, se le interessa, di esprimere il mio parere negativo su Betile). Quanto alla visibilità mediatica, giudichi Lei quante volte mi capita di comparire; temo che, in questo, mi conosca poco.
Punto primo: “L’archeologo specialista del colle”. Temo sia poco informato sui miei rapporti con la collina di Tuvixeddu-Tuvumannu: è vero ho iniziato a occuparmene professionalmente nel 1978 ma da allora ho continuato; è stata anche l’oggetto della mia tesi di specializzazione (le rammento che sono un archeologo specialista, in archeologia fenicio-punica) e di alcuni miei lavori scientifici: una monografia (1999), uno studio sulle pitture funerarie (2000) e vari studi sulla città di Cagliari in età fenicia e punica, alcuni già editi altri in corso; da ultimo proprio il lavoro dello scorso anno, sulla Carta archeologica dell’area, in corso di pubblicazione. Quindi, credo, di sapere qualcosa sull’area, per diretta conoscenza e non solo per aver letto qualcosa. Non sono in competizione con Donatella Salvi, una collega alla quale sono legato da lunga conoscenza e affetto e sulla cui competenza non ho mai avuto, né ho, dubbi. Le mie conclusioni sul colle sono certamente personalissime, ma legate a ricerche scientifiche e basate su dati scientificamente rilevati; se ne ha le competenze li discuta e li contesti, liberissimo.
Punto secondo e terzo: Le tombe di via Is Maglias: in parte le ho già risposto in precedenza; le posso solo consigliare di fare una passeggiata e di guardare con i suoi occhi. Le foto le ha già viste. Confesso di non sapere chi sia questa entità metafisica che Lei definisce “intera comunità scientifica”, visto che Lei stesso, in precedenti interventi ha praticamente denigrato la quasi totalità degli archeologi e storici dell’arte delle due università (Cagliari e Sassari) che in vario modo si sono pronunciati sull’argomento in questi anni.
Punto quarto: i vincoli riduttivi. L’espressione che ho usato più volte è quella di “vincolo archeologico inadeguato” sempre precisando che per inadeguato intendo ridotto nelle dimensioni fisiche. E ho anche precisato che questa inadeguatezza ha accompagnato tutti i vincoli archeologici da quello del 1910 in poi, causando la scomparsa di pezzi interi dell’area archeologica. Non ho partecipato alla stesura del Codice Urbani, non sono così importante, ma questo non mi rende meno competente nel campo dei vincoli, visto che ho le adeguate conoscenze scientifiche e tecniche. Posso aggiungere che da qualche decennio sono ispettore onorario del Ministero dei BB.CC. partecipo alla stesura di Piani Urbanistici e di adeguamento degli stessi al PPR, svolgo valutazioni di impatto archeologico (da prima dell’approvazione della specifica normativa) e, non ultimo, mi occupo di “carta del rischio archeologico” da quando in Sardegna ancora non se ne parlava e sull’argomento ho anche lasciato qualche modesto contributo scientifico che hanno avuto la bontà di pubblicarmi negli anni ’90.
Ritornando a noi, mi sono sempre presentato con nome e cognome, mostrando la mia faccia e mettendo in gioco le mie competenze, per cui sarei portato a chiederLe quali sono le sue e su che basi può ergersi a giudice inquisitore nonché giudicante, ma mi rendo conto che in tempi come questi, nei quali chiunque osi porre dei dubbi sulla bontà della bibbia “accordo di programma” o su tutti gli altri progetti inerenti l’area di Tuvixeddu-Tuvumannu viene ricoperto di contumelie, insulti, avvertimenti e nei casi peggiori denunce, diventa difficile mantenere il confronto in termini civili pretendendo qualche grammo di rispetto.
Comunque stia tranquillo continuerò ad esprimere le mie “personalissime opinioni”.
Alfonso Stiglitz

Tuvixeddu: il flop in umido (2a parte)

Leggo (come avevo già previsto nell'articolo precedente) gli articoli sul blitz in umido fatto dal signor Legambiente (Legambiente dice, Legambiente sostiene, Legambiente eccetera).
Trattasi, come al solito delle solite inesattezze e distorsioni ad uso e consumo di una visibilità mediatica utile per prospettive future che nulla hanno a che fare con la salvaguardia di un patrimonio archeologico.
Il resto è aria fritta.

10 marzo 2008

Tuvixeddu: il flop in umido (1a parte?)

Circa verso le 10 la parte "ecologica" della compagnia di giro di Tuvixeddu, portandosi dietro la grancassa mediatica (telecamere & taccuini) ha tentato il blitz dentro il cantiere della Cocco costruzioni.
Blitz andato male perchè sono rimasti tutti fuori.
E' stato divertente vedere tutti questi personaggi tentare di entrare in un cantiere che, notoriamente, non è un luogo aperto al pubblico e vedere gli operatori cercare di riprendere dall'esterno verso il cantiere quasi dentro vi fosse chissà che cosa da filmare (lo scoop per il notiziario dell'ora di pranzo?).
Neanche avessero scoperto l'ubicazione segreta dell'Area 51.
Insomma, si è trattato, vista la pioggia e i risultati, di un flop in umido.
Sarà interessante leggere domani cosa verrà scritto sull'argomento,
In caso di novità vi informerò immediatamente.

AGGIORNAMENTO:
Stiamo cadendo sempre più sull'assurdo.
Pochi minuti fa (11.30 circa) si è presentato ai cancelli del cantiere un tale che si è qualificato come esponente della Questura; alla richiesta di identificazione ha tirato fuori un portafogli aprendolo e chiudendolo alla velocità della luce e pretendendo di entrare in quanto doveva vedere che scavi stavano facendo.
Ad una più perentoria richiesta di identificazione ha girato i tacchi ed è andato via.
Il tutto è stato, ovviamente, filmato con una telecamera. La mia.
Più tardi mi recherò in questura per capire se questo personaggio è realmente della questura o no.
Spero per lui che sia realmente un poliziotto.
A presto.

(RI)AGGIORNAMENTO:
Sono passato in Questura per capire se il tizio di cui ho parlato sopra fosse un poliziotto.
Ovviamente no, come sospettavo.
Però il filmato deve essere piaciuto molto visto che me ne hanno chiesto una copia.
Chissà perchè....

Tuvixeddu: Prof. Stiglitz, a che gioco sta giocando?

Egregio prof. Stiglitz, leggo l'articolo che ilSardegna le dedica.
Evidentemente essere il consulente di Legambiente concorre ad aumentare la sua visibilità mediatica.
Peccato che nell'articolo sono presenti varie "libere interpretazioni" dei fatti e delle cose.
Giornalista che non ha capito bene oppure lei si è "allargato" più del lecito adattando i fatti alle sue teorie?
In entrambi i casi è un episodio preoccupante.
Come sempre, fatti alla mano, vado a puntualizzare.

1- "L'archeologo specialista del colle"
Caro professore, mi spiace doverla bacchettare ma non mi risulta proprio che lei sia uno specialista di Tuvixeddu. L'ultima volta che ha fatto un lavoro "sul campo" a Tuvixeddu era circa 30 anni orsono (all'epoca di Barreca), poi più nulla. Quindi mi spiega come fa ad a considerarsi un "esperto del colle"?
Solo perchè ha letto le pubblicazioni scritte da chi ci ha lavorato e ha tratto le sue (personalissime) conclusioni? Se lei si fa definire un esperto, allora Donatella Salvi (che mi risulta abbia seguito Tuvixeddu in tutti questi anni) come la dovremmo definire, supermegaesperta?

2-Ci sono tombe a camera ben visibili che si affacciano su via Is Maglias.
Egregio professore, le cose sono due: o lei ha preso un solenne abbaglio o le tombe le hanno costruite stanotte.

3- Mentre, con i lavori più recenti è emersa quella che, a una prima vista, sembra una tomba.
Le comunico che lei è l'unica persona al mondo che ha visto la tomba di cui sopra, infatti l'intera comunità scientifica attende i particolari di tale scoperta di cui lei solo ne conosce l'esistenza.
Non è che ha preso un abbaglio?

4- L'unico neo dei vincoli è che sono troppo riduttivi.
Mi scusi tanto la domanda: ma lei quanto ne capisce di vincoli, o meglio, quali conoscenze professionali ha per poter dissertare sui vincoli? Ha per caso aiutato a redarre la Legge Urbani?
La sua è chiaramente un'opinione personale.

Mi tolga una curiosità: è ' tutta farina del suo sacco oppure....?

Oppure, come sempre accade quando si parla a ruota libera, la colpa è del solito giornalista che ha travisato tutto.
Lei che ne dice?

08 marzo 2008

Tuvixeddu: perseverare

Colgo l'occasione del commento lasciato nell'articolo precedente dall'architetto Livio De Carlo il quale, per chi ancora non lo sapesse, insieme all'architetto Eliana Masoero ha realizzato il progetto di Tuvixeddu per conto di Coimpresa, per dire alcune cose sugli sviluppi della vicenda su Tuvixeddu.
E' indubbio che, come dice Livio De Carlo, i "poteri" continuano ad esercitare il loro potere per imporre il loro punto di vista su Tuvixeddu.
Se così non fosse, cosa ci faceva la settimana scorsa l'assessore Mongiu nel cantiere della Cocco Costruzioni ad ispezionare (si presume) l'andamento dei lavori nel cantiere come se vi siano ancora vestigia archeologiche da distruggere e, subito dopo, che ci faceva sempre l'assessore Mongiu alla Soprintendenza Archeologica?
Inoltre, come mai vi è un via vai assiduo degli ispettori dell'ufficio del lavoro sempre nel cantiere Cocco Costruzioni per controllare (sembra) le norme di sicurezza?
Dato che, visti i costi del prosciutto, non lo si usa più per foderarsi gli occhi, verrebbe da pensare che si stiano facendo pressioni (più o meno occulte) per bloccare il cantiere appena riaperto.
Che la cosa possa essere più di un sospetto viene avvalorata dall'apertura di un banchetto per la raccolta firme da parte dei residenti per bloccare i lavori del cantiere; la raccolta è andata pressochè deserta (naturalmente). Indovinate chi ha organizzato il banchetto?
I soliti noti (saggi, esperti, associazioni ambientaliste, eccetera).
Troppe coincidenze.
Come è ovvio, visti i poteri in ballo e considerando che tutti "tengono famiglia", ci si limita alle "voci di corridoio" (o, se preferite, borbottii da bar), segno che chi si espone rischia grosso e questo mi è stato detto a chiare lettere.
Ciò che stupisce è l'accanimento contro il progetto di Tuvixeddu e ciò che stupisce ancora di più è che i "poteri" omettono clamorosamente i fatti precedenti.
Facciamo alcuni esempi giusto per chiarire le cose.
La zona dove insiste il cantiere della Cocco Costruzioni, come tutti i cagliaritani sanno bene era, in origine uno spiazzo adibito a parcheggio e l'area costruita aveva una profondità di quattro metri; per capirci era quella zona dove vi erano dei garages, molti dei quali adibiti a sala prove nel periodo del beat (anni 60) oppure ad officine.
Orbene, il comune di Cagliari ha pensato bene, invece di far demolire i garages esistenti e creare una piazzetta con vista sulle tombe cosa che avrebbe valorizzato enormemente il luogo, di farla diventare zona edificabile dando le concessioni edilizie.
Inoltre, con buona pace di assessori RAS, esperti, tecnici e quant'altro, ove si sta costruendo non esiste assolutamente nulla che abbia una valenza archeologica e la documentazione tecnica e fotografica lo dimostra. Non capisco quindi tutto questo accanimento e, soprattutto, perchè ci si ostina a voler trovare ciò che non esiste. Infatti l'unica cosa che abbia valenza archeologica sono le tombe di fronte al cantiere, vestigia che tutti si guardano bene dal toccare.
E' anche vero che, se il comune di Cagliari (e con esso RAS e Provincia) fossero stati, in precedenza più lungimiranti non sarebbero state date le concessioni edilizie e si sarebbe realizzato il progetto di cui sopra.
Misteri delle concessioni edilizie.
Viene da pensare che tutto questo fare è dovuto alla necessità di molti personaggi di cercare di avere ragione in extremis perchè, dopo la sportellata violenta data dal TAR ai protagonisti di questa vicenda (leggere RAS e sue commissioni), è ovvio che stanno partendo le richieste di risarcimento danni e, se (come sembra certo) anche il Consiglio di Stato confermerà la sentenza del TAR, i responsabili di questa vicenda saranno tenuti a rimborsare di tasca i danni.
Si, rimborsare di tasca perchè già da tempo la Corte dei Conti ha sentenziato sulla responsabilità soggettiva per i funzionari degli enti pubblici; in parole povere che fa qualche pasticcio in un ente poi deve scucire di tasca i soldi delle spese che l'ente dovrà pagare.
Tenete anche presente che, in un'intervista fatta tempo addietro al geometra Piras (braccio destro dell'Ing. Cualbu, Coimpresa), egli mi disse che, non ritenendo giusto che i danni di tutta questa storia venissero pagati, come sempre, dalla comunità, avrebbero fatto di tutto affinchè pagassero di persona gli attori di questa storia,
E se leggete bene i ricorsi fatti al TAR da Coimpresa e Cocco Costruzioni, si citano sì gli enti responsabili ma vengono altresì citati i responsabili in prima persona.
Per sapere nomi & cognomi leggetevi il ricorso, è pubblicato più sotto.
Capirete, con le cifre di indennizzo che si vociferano, a nessuno fa piacere mettere mano al portafogli.

02 marzo 2008

Tuvixeddu: le responsabilità morali

E' passato oltre un anno da quando ho iniziato ad occuparmi di Tuvixeddu e in tutto questo tempo ho seguito la vicenda dal punto di vista delle azioni senza soffermarmi su altri lati, forse molto piu' importanti della vicenda.
Oggi, rileggendo tutti gli avvenimenti passati, mi rendo conto che tutta questa vicenda ha creato dei danni molto gravi non solo a livello delle cose ma, anche e soprattutto, a livello umano.
E questo è ingiustificabile ed ignobile.
Come oramai è sotto gli occhi di tutti, vi sono due fazioni contrapposte dal punto di vista ideologico.
Non solo, le due fazioni rappresentano anche due modi differenti di affrontare la vicenda: una fazione spara a zero (sino a questo momento senza nessuna prova e, per giunta, sportellati malamente anche dal TAR) mentre l'altra continua a difendersi usando fatti documentati che nessuno si prende la briga di leggere e prendere in considerazione.
Diciamo che vi è una contrapposizione tra un imporre il proprio punto di vista in modo pacato e imporlo in modo urlato.
Giusto per capire meglio i termini, diciamo che la fazione "pro progetto Tuvixeddu " (giusto per semplificare) sta cercando di dimostrare le sue ragioni con fatti documentati e con una certa pacatezza; al contrario, la fazione opposta sta imponendo il proprio punto di vista a colpi di scure producendo dichiarazioni ed atti in cui l'unica cosa tangibile è un attacco morale verso la fazione opposta.
Un esempio su tutti lo si puo' trovare nella mitica dichiarazione dei 59 saggi in cui vengono attaccate le persone citate cercando di distruggerne l'integrità professionale (e non solo). Il fato che tale documento abbia fatto scattare delle denunce per diffamazione la dice lunga.
Poi, che dire sulla relazione della commissione RAS (demolita in malo modo dal TAR sia nei contenuti che nella forma) in cui si favoleggia di un ambiente che dovrebbe essere e che trova il suo riscontro unicamente sui libri.
Potrei continuare ancora per molto.
Invece vorrei focalizzare il discorso sul danno morale prodotto da tutto ciò.
Ho avuto modo di conoscere molti attori di questa disgraziata vicenda; persone degnissime e squali approfittatori, privi di senso morale ed etico.
I secondi preferisco lasciarli navigare nelle acque a loro più congeniali; tratterò di loro in altra sede.
I primi, invece, mi preoccupano dal punto di vista morale.
Solitamente, tutti coloro i quali si occupano unicamente della loro professione non hanno nè il tempo nè la struttura mentale per reggere a certi attacchi puramente gratuiti contro di loro; questo perchè la loro struttura mentale non riesce a capire come reagire ad affermazioni che non possono essere controbattute con fatti. Sono abituati a produrre solidi fatti e non concepiscono un mondo diverso.
Da qui viene facile capire che, nel momento in cui i loro punti di vista basati sui fatti vengono allegramente buttati nel cestino si vedono crollare il mondo in cui hanno sempre vissuto e, pur non avendo nulla da rimproverarsi, iniziano a porsi delle domande sul cosa è sbagliato.
E' normale che, nel momento in cui a ciascuno di noi iniziano a crollare delle certezze, ci poniamo la domanda (per quanto possa essere incrollabile la fiducia in no stessi) su dove abbiamo sbagliato e non trovando risposte valide, iniziamo a dubitare di noi stessi, delle nostre capacità e di quanto abbiamo fatto sino ad adesso.
Sintetizzando le cose: la mancanza del "pelo sullo stomaco" porta ad un inevitabile crollo.
La cosa che mi manda in bestia è che molti personaggi conoscono bene questi meccanismi e li utilizzano per i loro (molto poco) nobili scopi, pur sapendo che raggiungono il loro fine calpestando tante persone.
Questo è il delitto più grave perpetrato in questa vicenda: aver raggiunto (mica tanto) il loro scopo distruggendo moralmente tante persone che hanno avuto il grave torto di aver fatto unicamente il loro dovere professionale ma in assoluto conflitto con interessi che andavano in direzione opposta.
La vicenda Tuvixeddu non è altro che lo specchio della realtà italiana: chi grida più forte e le spara più grosse ha (quasi) sempre ragione ed ottiene quello che si prefigge.
Sulla pelle degli altri.
Ma questo è un dettaglio trascurabile, vero?

Boatos politici

Riporto una voce che da qualche giorno circola; ossia che un assessore della RAS potrebbe ottenere la candidatura per le prossime elezioni.
Fosse vero si spiegherebbero molte cose...

Tuvixeddu: siamo alle solite

Si continua a parlare per sentito dire.
Adesso anche Gregorini e Cagliari WIVA partono alla carica contro Cocco Costruzioni facendo, purtroppo per loro, la figura dei poco informati.
Di certo non hanno mai visto i progetti di costruzione degli appartamenti nell'area; il fatto stesso che il blog di Amici di Sardegna scriva: "fra non molto, l'impresa Cocco, dove insiste il cantiere edile di viale Sant'Avendrace posto in prossimità di numerose tombe romane, procederà nei lavori di costruzione di una palazzina e tutto sarà irrimediabilmente compromesso." la dice lunga su quanto siano informati sul progetto.
L'accesso alle tombe non è assolutamente precluso, è stato previsto un ampio corridoio di accesso in modo tale che venga ne garantito l'accesso per la loro fruizione.
D'accordo che di fronte alle tombe sorge un palazzo ma cerchiamo di essere realisti: cosa esisteva di fronte alle tombe prima che venisse approvato il progetto della C.C.?
Inoltre, nei tempi passati (per tutti coloro se ne fossero dimenticati) accedere alle tombe non è che fosse così tanto agevole visto lo stato in cui si trovava (e si trova) il vicoletto.
Se prima di parlare qualcuno si fosse fatto una passeggiata, che so, a Roma, avrebbe visto che l'integrazione tra patrimoni archeologico e urbanizzazione edilizia esiste e convive da tantissimo tempo.
E poi cerchiamo di finirla con i soliti stereotipi dell'edificazione selvaggia che spazza tutto quello che trova attorno; anche quelli che (quando fa comodo) vengono chiamati "palazzinari", sono diventati intelligenti. Un sito archeologico nelle vicinanze di un'edificazione edilizia non è più un intralcio come si pensava negli anni 60 e 70 (anche 80) bensì un "valore aggiunto" che fa crescere il valore dell'urbanizzazione. Quindi si spiega anche il voler contribuire alla conservazione e valorizzazione di un patrimonio archeologico; oggi è un investimento che ripaga l'imprenditore ben due volte: la prima volta dimostrando sensibilità verso il patrimonio artistico comune e la seconda includendo il "valore aggiunto archeologico" nel costo di acquisto degli appartamenti.
Giusto per essere chiari: nell'area di costruzione assegnata alla C.C. non esiste nulla di archeologicamente rilevante, cosa facilmente documentabile con buona pace di chi continua a dire il contrario senza uno straccio di prova.
Cerchiamo di mantenere l'ambito del discorso a Cagliari senza spostarci, come al solito, in un altro luogo.
Cioè a Vanvera.

Rif: http://amicidisardegna.blog.tiscali.it//Tuvixeddu__mettiamo
_la_parola_fine__1865600.shtml