30 novembre 2007

Dipende dall'audience....

Il 9 e 10 Dicembre si terrà a Cagliari un vertice della sicurezza con i Ministri della difesa di 10 paesi tra europei ed africani.
Ovviamente tutta la zona in cui si svolgeranno gli incontri verrà blindata.
Il problema è il fatto che il meeting si svolge al centro di Cagliari (Piazza Giovanni XXIII).
Varie associazioni e partiti in ambito locale, hanno promosso una protesta contro l'utilizzo di tale zona ed i problemi derivanti a tutta la cittadinanza.
Sino a qui la notizia.
Hanno chiesto manforte ai "colleghi" oltretirreno e...
E questi hanno passato la mano con quelle che si possono definire "scuse pietose".
Penso che la realtà sia ben altra.
I titolari di tali organizzazioni (no-global et similia) vanno a caccia solamente di visibilità mediatica e a tale scopo Cagliari non ne dispensa tanta, quindi inutile andarci.
Come sostiene (parrebbe) Luca Casarin, lui e l'organizzazione in cui milita sono impegnati a preparare la manifestazione contro il G8 di La Maddalena (vuoi mettere la visibilità mediatica in un posto strapieno di sottomarini nucleari?) e non hanno tempo.
Caruso (Prc) fa sapere che non ne sa niente (possibile?) e gli è impossibile organizzare qualcosa in tempi stretti.
Insomma: tutti impegnati altrove.
Ma diciamocela tutta: a meno che non si tratti di un evento ad alto tasso mediatico, i "disobbedienti" non si fanno vedere, lasciando il posto ai soliti sfigati locali.
Se poi salta fuori clamore, state sicuri che entrano in scena per accamparne la paternità.
Peggio di coloro che dicono di combattere.
Che pena.....

28 novembre 2007

Tuvixeddu: Meglio tardi che mai (IIa Parte)

Non riesco a capire se l'articolo di ieri su Tuvixeddu sia stato scritto da chi non capisce nulla di archeologia oppure sia stata rifilata al giornalista una "polpetta avvelenata".
L'unica cosa di una certa rilevanza (non da giustificare un titolone in prima pagina) che ha scritto è sul ritrovamento di alcune tombe puniche perfettamente conservate.
Per l'acquedotto romano è arrivato in ritardo di quasi un secolo....
La presenza dell'acquedotto è nota sin dall'epoca del Taramelli e la parte scavata recentemente è una nuova porzione (vedere le foto piu' sotto) che, secondo l'opinione degli archeologi, dovrebbe congiungersi col troncone che è stato rinvenuto vicino al Teatro Massimo (Corso Vittorio Emanuele/Viale Trento); inoltre, sotto il lussuoso palazzo del condominio costruito dalla Ditta Puddu, ne passa un altro troncone.
Da qui la convinzione degli archeologi che quanto esistente a Tuvixeddu e quanto rinvenuto piu' a "valle" faccia parte di un'unica struttura.
Ma da qui a sparare in prima pagina la notizia del ritrovamento un acquedotto romano ce ne passa.
Sottolineo che il tracciato dell'acquedotto è noto (a grandi linee) e che, nella parte residente sul colle, è DENTRO l'area del parco di Tuvixeddu, ovvero dentro il progetto di Parco Archeologico (attualmente gettato alle ortiche dalla RAS).
Anche le tombe ritrovate sono DENTRO l'area del parco, più o meno dove ci si aspettava fossero.
Da quanto letto sul giornale, non risulta chiaro in quale zona sono stati effettuati i ritrovamenti, facendo quasi pensare al lettore (a meno che non si tratti di un esperto del settore) che questi sono stati effettuati al di fuori dell'area archeologica.
Area che, inizialmente era di 10 ettari, diventati poi 20 per cessione da parte di Coimpresa di altri 10 al Comune di Cagliari.

Quindi niente di nuovo sotto il sole:
al di fuori dell'area archeologica protetta NON c'è nulla tranne la nuda roccia; quello che poteva esserci prima è stato trasformato in ghiaia almeno 40 anni orsono.
Si continua col solito gioco scorretto della disinformazione o meglio, dell'informazione parziale e quindi ingannevole.
Continua, insomma, la solita "guerra per Tuvixeddu" che, a meno di ravvedimenti dell'ultima ora, avrà come unica vittima il Colle di Tuvixeddu.
E' particolarmente singolare che un articolo siffatto salti fuori a ridosso della discussione da parte dei Giudici del TAR sul ricorso di Coimpresa per il blocco dei lavori sul colle.
Coincidenze. Si dice così?

Nel frattempo godetevi le immagini dell'acquedotto Romano.
(Courtesy by MDC Architetti)






27 novembre 2007

Tuvixeddu: meglio tardi che mai

Leggo oggi su un quotidiano un titolone sparato in prima pagina sul ritrovamento dei resti di un acquedotto romano a Tuvixeddu.
Beh, penso, meglio tardi che mai, visto che della sua esistenza lo si sapeva dal secolo scorso.
Scorrendo l'articolo mi è venuto da pensare che si tratti di una splendida manovra di retromarcia.
Mi spiego meglio: dall'inizio dell'anno è iniziata una battaglia per la conquista del colle, dopo anni di oblio.
Sono scesi in campo una pletora di "esperti", "saggi", "intellettuali", eccetera; ciascuno con le proprie (più o meno) brillanti idee e fantasiosi progetti.
Si è bloccato tutto, molte persone hanno perso il loro lavoro (a proposito, perchè non è stata spesa nemmeno una parola sugli operai di Coimpresa che sono stati licenziati perchè è stato bloccato il cantiere?).
In compenso molte altre persone hanno fatto un importante salto di carriera.
Attualmente, tra fantasiosi progetti francesi e precedenti dichiarazioni,
la situazione si è ingarbugliata come non mai.
Da un lato le precedenti prese di posizione fatte per bloccare il cantiere, con consigli & deduzioni di come sarebbe dovuto essere il colle, dall'altro lato l'incredibile "progetto francese". Che sta esattamente all'opposto.
E' chiaro che la situazione non è più credibile, quindi non sarebbe male ricominciare daccapo.
E' pacifico che dichiarare di aver sbagliato comporterebbe la caduta di molte teste (e questo in Italia è qualcosa di simile alla bestemmia), quindi, perchè non trovare una strada che accontenti tutti?
Ecco quindi che viene "scoperto" un acquedotto romano, unitamente ad una serie di tombe puniche "perfettamente conservate".
Uno scoop che giustificherebbe la rimessa in discussione la sistemazione del colle.
Senza scontentare nessuno.
C'è un particolare che mi lascia perplesso: in questi ultimi sette mesi non è stato effettuato alcun intervento archeologico su Tuvixeddu ergo, le scoperte sono sicuramente precedenti.
Come mai la cosa salta fuori solo adesso?
Dimenticavo il pallone aerostatico: molto coreografico.

26 novembre 2007

L'ennesimo balzello

Le fregature per le nostre tasche, chissà perchè, passano sempre sotto il colpevole silenzio dei media i quali, visto il tema toccato, hanno tutto l'interesse a starsene zitti.
Per capirci meglio, l'argomento è il canone RAI che secondo la Corte Costituzionale (sentenza 24010 del 20/11/2007) ha stabilito che il canone non è una tassa di possesso bensì un prelievo fiscale a tutti gli effetti.
Cosa significa tutto questo in termini comprensibili?
Semplice: mentre prima, come tassa di possesso, non possedendo un apparecchio televisivo non si era tenuti a pagare il canone, adesso essendo il canone equiparato ad un prelievo fiscale (ennesima tassa da pagare, quindi), diventa un pagamento OBBLIGATORIO per tutti i soggetti fiscali.
Difatti, investendo la C.C. la competenza sul canone RAI al giudice fiscale, praticamente dice che, essendo un prelievo fiscale (obbligatorio), il non pagare il balzello (perchè di questo si tratta) comporta una violazione degli obblighi fiscali del contribuente.
In pratica chi non paga il canone RAI è un evasore fiscale.
Con tutto quello che ne consegue.
Eccoci così con l'ennesima tassa da pagare (come se non bastassero le altre) mentre i media, TV sopratutto, si sono guardati bene dal passare la notizia.
Tralasciando per un attimo l'iniquità di tale balzello che oltretutto, va a privilegiare un'azienda privata (la RAI è una Società per Azioni anche se controllata totalmente dallo Stato, almeno nelle lottizzazioni), c'è da dire che esiste una sperequazione nel suo pagamento in quanto non si tiene conto delle varie fasce sociali applicando la tariffa. Alla fine si tratta di una "una tantum" di importo fisso applicata ogni anno, con tanti saluti alla proporzionalità dei redditi.
Ricordo infatti che le tasse (prelievi fiscali suona piu' soft) vengono (almeno in teoria) applicate PROPORZIONALMENTE al reddito del contribuente.
Mi farebbe piacere che diceste la vostra sull'argomento anche se capisco perfettamente che un'altra tassa sulla spazzatura non fa piacere a nessuno.
Provate a seguire per qualche ora la RAI e poi decidete voi se si tratta di pagare dei soldi abbondantemente sudati per della spazzatura (senza offesa alla spazzatura).

22 novembre 2007

Ma l'Open Source è gratis?

Il grande problema dei sistemi operativi freeware è che hanno pochissimi applicativi per gli utenti.
Il pregio è che quei pochi che ci sono possono essere adattati alle esigenze dei singoli utilizzatori;
la fregatura sta nel fatto che per poterli adattare ai tuoi scopi o sei un programmatore o non ci cavi un ragno dal buco.
Dato che i programmatori non vivono d'aria, occorre retribuire il loro lavoro.
Quindi, se si vuole avere un programma tagliato secondo le proprie esigenze o si diventa programmatori o si devono scucire soldi, ovvero si ha un costo.
A questo punto il dilemma è lampante:
Costa di piu' avere un sistema proprietario, pagando licenze di sistemi operativi e programmi oppure avere tutto gratis e pagare i sistemisti ed i programmatori per farsi adattare i sistemi?
Basta fare due conti per scoprirlo.
Dimenticavo: il costo di un bravo sistemista programmatore sta tra quello di un idraulico chiamato di domenica mattina ed un dentista nei giorni feriali.
Vedete voi.....

Ahi Ahi il WiFi......

Leggendo le varie opinioni (e sproloqui) sul WiFi (o WiMax che dir si voglia) mi rendo conto che vi saranno cocenti delusioni nel momento in cui questo sistema verrà messo a regime.
Questo perchè la stragrande maggioranza di persone confonde l'equazione
WiFi = alta velocità con quella
WiFi = larghezza di banda.
Ricordate sempre che piu' è alto il numero di utenti connessi e piu' diminuisce la larghezza di banda e, perchè no, piu' si hanno rallentamenti.
In poche parole il WiFi va benissimo se si devono visitare siti Internet o scaricare la posta.
Scordatevi di poter usare il P2P (eMule & simili).
Provare per credere....

Nuraminis & ADSL - Non se ne parla

Diamo a Cesare quel che è di Cesare e a Telecom quello che è di Telecom.
I miracoli di venerdì scorso era in realtà un miracolo:
il tecnico in gamba.
Dell'ADSL dal 20 Novembre nemmeno l'ombra.
Dopo la solita odissea telefonica al 187 mi sono sentito dire che, se tutto va bene, se ne riparla a Febbraio 2008.
Mi sento preso per il culo.....
Quindi ritengo doveroso dare a Telecom quello che è di Telecom.
Ovvero una valanga di legnate ai responsabili e la disdetta del contratto.

Aggiunta dell'ultima ora:
Una rapida inchiesta nelle "zone grigie" Telecom mi hanno assicurato che al 99% l'ADSL partirà a Nuraminis ai primissimi di Dicembre.
Staremo a vedere.....

21 novembre 2007

I costi dell'Open Source

In tema di Open Source e Sistemi Proprietari ve ne racconto una.
Circa un anno orsono, un funzionario di un ente (carissimo amico) mi contatta per vedere se riesco a risolvergli un problema che ha in ufficio.
Il suo problema era dato dal poter avere un database in cui fosse possibile poter creare una struttura flessibile con possibilità di ricerca incrociata con parametri multipli.
Detta così la cosa sembrerebbe complessa.
Sono andato a vedere il sistema informatico su cui doveva girare questo database ed ho trovato la solita architettura Client- Server Windows....
Gli era stata offerta la possibilità, da parte di una nota ditta specializzata, di sostituire tutta l'architettura preesistente con una open source (leggi Linux) per poterci far girare un database scritto "ad hoc" con codici sorgenti open source.
L'idea, di per se era ottima ma, fatti i conti del costi, tra reinstallazione dei sistemi e scrittura del programma di database "ad hoc" (compresa assistenza software al database), diventavano uno sproposito.
Giusto per stare nei costi ho fatto installare una copia di FileMaker Pro e gli ho spiegato in un paio d'ore il suo principio di funzionamento.
Voglio sottolineare che questo funzionario ha una conoscenza informatica assolutamente di base, quindi non fa parte della categoria degli smanettoni.
E' rimasto qualche settimana a provare l'applicativo e dopo un mese mi ha richiamato per farmi vedere il suo lavoro: si è creato un database su misura, funzionale, totalmente riconfigurabile, flessibile e, cosa sommamente importante: affidabile.
Tutto questo usando quel paio d'ore di spiegazione e leggendo i "tutorials" (sorta di manuali dinamici che ti insegnano come far funzionare un programma nelle sue parti).
A distanza di un anno mostra orgoglioso il suo database che, nel frattempo, ha ampliato alla catalogazione anche di parti grafiche e video. E' stracontento perchè ha ottenuto quello che voleva, ha tutto sottomano e non deve perdere tempo a far capire al prossimo cosa vuole ottenere.
Il costo? Meno di 400 euro.
Il costo dell'apprendimento? Una pizza offerta a me per la (ridicola) consulenza e l'aver seguito i tutorials inclusi nell'applicativo.
Il costo del database "ad hoc" proposto? 7.000 euro (IVA esclusa) + 50 euro (IVA esclusa) all'ora per l'assistenza.
Tutto con tecnologia open source...
A voi le conclusioni...

Mica capito....

Oggi 100 dollari valgono 67,63 euro.
Il costo del petrolio è espresso in dollari.
Il costo del petrolio aumenta.
Il valore del dollaro rispetto all'euro diminuisce.
Il petrolio,visti i cambi valutari favorevoli, ci costa meno.
Allora perchè il costo della benzina aumenta sempre?

19 novembre 2007

Nuraminis & ADSL: e' la volta buona?

Una volta tanto parlo bene di Telecom.
Venerdi' è arrivato il tecnico per installarmi
la linea telefonica in casa: preciso, gentile, competente.
Impianto finito di cablare alle ore 16.
Telefono attivato alle ore 20.
Stesso numero di utenza che avevo a Cagliari.
Da non crederci.
Ovviamente ho posto la domanda d'obbligo: e l'ADSL?
Risposta: il 20 Novembre dovrebbe essere attiva.
Sono rimasto senza parole.
Due miracoli in un giorno?
Il 21 vi dico come è andata.

12 novembre 2007

Il maneggio del Maneggio

Oggi voglio raccontarvi una storia di ordinario sfruttamento.
In quel di Nuraminis esiste un (si fa per dire) maneggio, direi abbastanza male in arnese che vegeta in attesa di tempi migliori. Fatto sta che, ultimamente, i proprietari hanno (si fa sempre per dire) assunto un lavorante col compito di occuparsi della struttura e tenerla in ordine con la promessa di un salario (basso) integrato da vitto e alloggio.
In questi tempi di crisi, spesso, non si va molto per il sottile quindi, nonostante l’esiguità del compenso il lavoro è stato accettato.
Giusto per capirci meglio, la definizione di tenere pulito un maneggio niente altro è che spalare cacca di cavallo e localizzarla in un posto (deposito di letame), a giudicare della quantità di letame spalato era da parecchio che il posto non veniva accudito in maniera decente; pulire i box dei cavalli e dare loro da mangiare.
Gira e rigira trattasi sempre di spalare cacca.
Comunque sia, spala oggi, spala domani, il tempo è passato e, al momento di scucire i soldi promessi, la proprietà, come tutti i furbi che prima commissionano un lavoro senza nessuna idea di pagarlo, ha iniziato a tirare fuori scuse di tutti i i generi per poi, una volta messa alle strette, accampare scuse per non pagare.
Morale della favola: un mese di lavoro non pagato.
Un mese a spalare cacca di cavallo, in mezzo a schifezze di ogni genere, con un rischio infezioni non indifferente, senza vaccinazione antitetanica, senza assicurazione, senza nulla, con orari non proprio da impiegato per sentirsi accampare scuse fuori dal mondo al momento di dover incassare il dovuto.
Non male.
Non male anche il fatto che certi avvoltoi che lucrano sulle necessità di trovare un lavoro della gente siano ancora a piede libero e venga data loro la possibilità di continuare questo miserabile giochino all’infinito.
Fortuna? Giuste conoscenze? Connivenze? Interessi obliqui? Chissà....
Da una piccola investigazione su questi figuri, mi risulta che il giochino di proporre di lavorare al maneggio per poi non pagare è una prassi consolidata da tempo; quello che mi lascia stupito è che nessuno interviene.
E, a quanto pare cose su cui intervenire ce ne sarebbero tante; dalla situazione igienica del sito a costruzioni che farebbero a botte con la Legge Bucalossi; dalle condizioni in cui versano gli animali alle mancate assicurazioni e regolarizzazioni dei lavoranti.
Voci di paese dicono anche che l’Amministrazione Comunale di Nuraminis voglia acquistare questo maneggio.
Se è vero, due cose hanno un nesso?

08 novembre 2007

Micro$oft & Enti pubblici

Giorni orsono, Claudio Cugusi ha, forse inconsapevolmete, scoperchiato una pentola molto pericolosa: i costi di gestione dell'informatica nel Comune di Cagliari e le cifre folli che vengono spese per dotarsi di cose che si possono reperire tranquillamente a costi irrisori o, come si dice a Cagliari, aggratis.
Non tutti sanno che dotare un computer di sistema operativo ed una suite (seppur minima di applicativi) viene a costare, mediamente, il triplo del costo del computer stesso (di solito soprannominato hardware).
Chi ha un computer a casa, solitamente ha (forse) una licenza per il sistema operativo fornita insieme al computer ed una serie di programmi, spesso e volentieri, privi di licenza.
Prima di dissertare sul fatto che la stragrande maggioranza di persone siano assimilabili a "pirati informatici", andiamo a vedere le cifre, seppure con grande approssimazione.
Iniziamo col sistema operativo: il solito Winzozz XP (ovviamente la versione PRO) ci sfila dal portafogli NON meno di 200 euro.
La solita suite di Office costa, nel migliore dei casi, 500 euro.
Nel caso in cui si debba utilizzare un sistema operativo con funzioni di Server (classico in un'azienda), sotto i 1500 euro forniscono soltanto gli imballi.
Gli altri programmi, che definisco aggiuntivi (vedi Photoshop & affini) faccio finta che non servano (se no vanno aggiunti mediamente 2000 euro cadauno).
Quindi da un primo calcolo vediamo che, solo per poter fare qualcosa, al costo dell'hardware vanno aggiunti (almeno) altri 700 euro, quindi, facendo finta che il computer acquistato sia costato 1.000 euro, questo costo lievita subito piu' in alto.
Andate a moltiplicare per il numero di pc acquistati il costo aggiuntivo e fatevi i conti da soli.
In un precedente articolo (s)parlavo della suite di Office (palla al piede e balzello standard appioppato sopratutto alle Amministrazioni Pubbliche).
Riassumo il contenuto di quell'articolo affermando che Office NON è mai stato considerato uno standard.
Anche la P.A. italica ha definito "Standard" i formati PDF (Adobe Acrobat)ed ODF (Open Document Format).
Office supporta (a malapena) soltanto il secondo formato.
Giusto per capirci, l'ultima versione di Office è stata creata per imporre DEFINITIVAMENTE lo standard di file Office, con buona pace dei formati standard (che sono aggratis e su cui M$ non ci guadagna una mazza).
Oltre questo, far funzionare la suite di Office comporta l'utilizzo di computer sempre piu' performanti e, cio' nonostante, l'applicativo funziona sempre un un notevole grado di lentezza.
Ovviamente, non appena si impara ad usare una versione, ne esce subito un'altra che abbisogna di un nuovo training per poterla utilizzare.
A questo punto, i piu' attenti avranno intravisto un ulteriore costo da subire:
i corsi di aggiornamento.
Dato che l'italica arte di arrangiarsi aveva risolto il problema col sistema: uno impara l'uso e poi lo spiega ai colleghi, Micro$oft si è inventata i "Corsi Certificati" che devo essere tenuti da insegnanti "certificati" e quindi per poter usufruire di questi corsi occorre, ovviamente, "sborsare" altri soldi.
E poi dove li mettiamo i costi di assistenza tecnica (solto helpdesk telefonico che non serve a nulla)?
Insomma, si tratta di tutto un giro di false esigenze create per spillare soldi ovunque.
Dato che l'italiano sarà anche ignorante in informatica ma, quando si tratta del proprio portafogli, fesso non è; il settore del privato non rende nulla.
In compenso, quello pubblico fa recuperare cifre importanti.
Ovvio che tutti voi si porranno la domanda da un milione di euro:
"Allora perchè si vanno a spendere cifre folli per l'informatica nelle P.A.?"
Personalmente preferisco pensare che chi prende le decisioni politiche su cosa acquistare per le P.A sia, informaticamente parlando, ignorante come una zappa; diversamente dovrei pensare che in tutto questo businness di cui ho accenato sopra....

Nota finale per Claudio Cugusi:
Ad occhio i costi di licenze per i 200 computer di cui hai parlato nella tua lettera avranno (nella migliore delle ipotesi) creato una spesa extra di 30.000 euro.
Se consideri (come ben sai) che con i sistemi Linux (che girano egregiamente su qualsiasi pc) ed i software "free" come Open Office si pagava solo l'hardware..
Comunque ti do un consiglio spassionato: se non hai spalle larghe, lascia perdere il discorso dei costi "strani" dell'informatica; troppi interessi, troppi soldi e pochi scrupoli.
Anche Robin Hood, mutatis mutandis, fece lo stesso e sappiamo come è andata a finire.
Vedi se riesci a fare altrettanto Claudio Hood.

Tuvixeddu: guardatevele bene.

Oramai è assodato che il fantastico progetto francese andrà avanti con conseguente interramento di tutte le tombe (evidentemente disturbano).
In compenso si dovrebbe poter godere della stessa vista mediante una ricostruzione 3D delle stesse che verrà situata in una sala apposita (magari vicino ad un McDonald).
Magari poi va a finire che anche le ricostruzioni 3D disturbano e nn si avranno nemmeno quelle.
Quindi, tra il vedere e il non vedere, pubblico tre immagini di Tuvixeddu, gentilmente fornite dallo Studio Architetti Masoero & De Carlo di alcuni scorci del sito.
In particolare queste ritraggono l'acquedotto romano.
Sempre meglio una foto di una ricostruzione 3D...