18 marzo 2008

Tuvixeddu: facciamo il punto.

Su Tuvixeddu sta iniziando a succedere di tutto e contemporaneamente; mi sembra quindi il caso di fare un riassunto dei fatti di questi giorni per poi analizzarne i singoli episodi in un secondo momento.
Parto con un mistero internettiano: i lettori del blog stanno aumentando mentre gli articoli del blog stanno scomparendo dai motori di ricerca.
Misteri del web......

Si continua a falsare l'ottica delle tre sentenze del TAR:
adesso la gravità sta nella sentenza in quanto tale; si ipotizza un "eccesso di potere" del TAR e si è scritto e dichiarato sull'incompetenza del TAR nell'interpretazione della legge Urbani. Inoltre (sempre stando alle letture "di parte" della sentenza) si afferma che il TAR abbia "tolto i vincoli" da Tuvixeddu; balle: ha ripristinato semplicemente i vincoli precedenti che andavano benissimo stante lo stato reale dei luoghi (e non quello scritto sui libri di storia).
Siamo arrivati alle falsità palesi.
Il TAR si è semplicemente limitato ad esaminare il modus operandi della RAS, contestandone il merito, non negando il valore del colle di Tuvixeddu e, meno che mai, negando l'esigenza di tutelarlo; ha detto semplicemente che la Giunta Regionale non ha agito per perseguire tale fine, bensì un altro.
Ha elencato le azioni rilevandone la gravità del modo in essere.
Tutto nero su bianco ed in italiano.
Sempre sul TAR si è scatenata l'ira (?!) di ItaliaNostra che ha fatto (sembra)risordo in giudizio contro il TAR reo di aver interpretato male la legge Urbani.
Effettivamente mancava un altro attore da mandare allo sbaraglio per aumentare la confusione.

La guerra su Tuvixeddu continua e c'è da segnalare che, allo stato attuale non si fanno prigionieri.
Parrebbe che il nostro 007 (di cui ho parlato in un altro articolo) sia servito anche per facilitare le mosse di un funzionario di un ente per effettuare ispezioni "a sorpresa" quindi montare un altro caso.
Le vittime?
Coloro i quali non sono stati disposti ad inventarsi un nuovo ritrovamento archeologico per giustificare l'applicazione di un comma della legge Urbani che permetterebbe il vincolo totale del colle, così come nei sogni di molti.
Anche chi vi scrive si è visto togliere dei lavori concordati molti mesi orsono con degli enti locali...

Nel frattempo sto tenendo in sospeso la mia risposta al prof. Stiglitz perchè non riesco ancora a trovare traccia delle tombe che il prof. dice di aver scoperto in via Maglias; ho solo trovato due forni per la cottura della calce ma è roba del tardo '800. Continuo quindi a cercare..
In compenso ho scoperto le funzioni del titolo "Ispettore Onorario della Soprintendenza Archeologica" in quest'articolo che vi riporto:
" In precedenza era esistita (e tuttora sopravvive) la figura dell'ispettore onorario (BB.CC. n.d.r.), qualche volta appassionato cultore, più spesso solo una figura di prestigio che in molti paesi d'Italia rappresentava lo Stato nel campo delle Belle Arti.
Era l’avvocato, il prete, il farmacista, l’uomo di cultura in genere che, informato di scoperte occasionali, le segnalava alla Soprintendenza, recuperava a sue spese e raccoglieva reperti – da cui in molti casi hanno avuto origine raccolte museali – che inviava resoconti, più coloriti che scientifici, a “Notizie degli Scavi”, che legava in genere il proprio nome alla ricostruzione, spesso fantasiosa e retorica, della più antica storia della propria città.

Queste figure furono stravolte dalla “rivoluzione” degli anni ’60, quando tombaroli, lavori agricoli meccanizzati, espansione edilizia, cave e le richieste sempre crescenti dall’Italia e dall’estero di oggetti antichi sconvolsero il tranquillo mondo della ricerca archeologica e della tutela in genere dei beni culturali.
"
L'intero articolo a firma di Ludovico Magrini che spiega in maniera esaustiva il significato di queste figure che gravitano nel mondo del volontariato che si può leggere qui:
http://www.gruppiarcheologici.org/associazione/profilo_etico/art_magrini_1.php

Vi è da segnalare che alcuni attori non in perfetta sintonia col coro, hanno preferito darsi (penso provvisoriamente) alla politica mentre altri, voci assolutamente fuori dal coro continuano ad essere tali.
Non ci si può dimettere da se stessi.

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