14 febbraio 2007

Non ci posso credere

Durante una ricerca mi sono imbattuto in questo articolo pubblicato qui: http://blog.libero.it/admetalla/1971362.html
che riporto integralmente senza alcun commento:

Progettopoli

L’idea dell’architetto brasiliano Da Rocha cancellerebbe l’immagine storica di via Roma. Tre grattacieli da costruire nell’area del porto. E Granara elabora il piano particolareggiato prima di approvare lo strumento regolatore. La prossima settimana l’esame in comitato della diffida Casic

Il piano regolatore del porto non c’è ancora, ma i progetti sono pronti. Il più maestoso prevede tre palazzi a torre di venticinque piani per complessivi mille appartamenti, tre edifici grandi come quello dell’Enel, da realizzare nel pieno dell’area portuale, destinati a oscurare la sky-line storica di via Roma. L’idea è dell’architetto brasiliano Paulo Mendes da Rocha, chiamato a pianificare l’area ex Sem dove sorgerà il campus universitario. Renato Soru gradirebbe e il presidente dell’Autorità portuale Nino Granara si è reso così disponibile ad assecondare gli orientamenti dei vertici regionali e del sindaco da elaborare il piano particolareggiato del porto prima che il comitato portuale approvasse lo strumento regolatore.

Sembra incredibile ma è così: stoppato il dibattito sul piano a causa della diffida inviata dal Casic, Granara si trova in mezzo al guado. Da una parte l’asse di potere cagliaritano che preme per dare il via al festival delle attività commerciali nell’area di via Roma, dove fra l’altro Giorgio Mazzella ha comprato il palazzo Cariplo e dove il presidente dell’Assoindustriali nuorese Salvatore Denti ha acquisito il grattacielo dell’Enel coi buoni uffici dell’ex assessore regionale Pietro Pittalis. Dall’altra il comitato portuale, che sullo strumento di programmazione vuole vedere chiaro e che non intende prendere sottogamba l’iniziativa legale di Sandro Usai.

La strada sembrava tracciata: una sbrigativa discussione sul piano regolatore e relativa approvazione. Poi subito lo strumento particolareggiato, già bello e pronto dal 28 agosto, concordato con le famiglie di imprenditori cagliaritani e ispirato dallo studio Boeri, graditissimo a Soru. Ci sono anche i progetti esecutivi, come se ogni decisione fosse scontata. Il gran finale doveva essere la riconferma alla presidenza dell’Authority di Nino Granara, aspirante chef nella grande abuffata prossima ventura, con l’imprimatur autorevolissimo di Soru. Uno scenario di perfetta ricollocazione dei poteri locali, con l’incrollabile Usai nelle vesti del guastafeste. Ancora forte abbastanza - ne riferiamo nel servizio sotto - da rimandare a casa con perdite sedici membri dell’assemblea del Casic, decisissimi su invito dei vertici regionali a sfiduciarlo e a votare contro il bilancio preventivo per favorire lo scioglimento del consorzio.

L’operazione politica è chiara: bombardamento sul Casic, proposta di acquisto di Tecnocasic con la mediazione di Gualtiero Cualbu, via libera sul fronte del porto e abbandono sostanziale dello scalo industriale, considerato poco attraente dai vertici regionali.

Ma torniamo ai progetti per l’area del porto, divenuta ormai il piatto forte nel desco dell’edilizia affaristica cagliaritana. L’architetto brasiliano Da Rocha, un simpatico signore di 78 anni, è arrivato in città insieme alla sua compagna quarantenne portandosi appresso una fama professionale inattaccabile. Ha lavorato alla baia di Montevideo, ha progettato opere di risonanza internazionale, è un uomo che conta nel panorama della grande architettura mondiale. Qui dovrebbe occuparsi dell’area dell’ex semoleria, il campus proposto dall’imprenditore dei rifiuti Romano Fanti che la Lega delle Cooperative vuole costruire da anni. Era stato l’allora presidente dell’Ersu Luigi Sotgiu a rallentare l’iniziativa, suscitando le ire di Fanti. Poi l’idea sembrava essere abortita. Niente affatto: è stata proprio l’amministrazione Soru ha dare l’accelerata finale e su quello spazio strategico, collocato alle spalle della stazione ferroviaria, l’architetto Da Rocha dovrebbe inventare un campus studentesco d’avanguardia. Poi però, rivolta un’occhiata professionale all’area del porto commerciale, l’anziano artista della progettazione ha pensato di allargarsi e ha proposto le tre torri. Appena quattro giorni fa Renato Soru, in un convegno pubblico al T-Hotel di Cualbu, ha chiarito che Da Rocha lavora per il campus mentre le altre idee rappresentano soltanto un sogno affascinante. Non ci sarebbe, in sostanza, l’intenzione di realizzarle. Eppure il progetto esiste e risulta una fretta micidiale, da parte di Granara e del suo staff, di andare avanti con gli strumenti di programmazione.

Siamo solo alle prime battute del confronto: la prossima settimana Granara porterà i suoi avvocati in comitato portuale per cercare la via d’uscita dalla diffida al fulmicotone sparata dall’avvocato Sergio Segneri per conto di Usai. In comitato troverà un ambiente freddo, perchè l’idea di andare avanti con la pianificazione prima di ottenere il via libera dal parlamentino del porto non è piaciuta. E’ come se Granara avesse acquistato un volo Roma-New York dando per scontato che sul Cagliari-Roma ci fosse posto: brutti scherzi della continuità territoriale, ora il presidente è in una scomodissima lista d’attesa.

Mauro Lissia

abstract: La Nuova Sardegna del 1° dicembre 2006

2 commenti:

Anonimo ha detto...

il bruscolino nell'occhio di Cualbu è più fastidioso della trave nell'occhio di Soru??

Seudeu ha detto...

Mettiamola così: Cualbu non passerà alla storia per le sue regalie...