22 aprile 2008

Una canzone può

Vi sono canzoni entrate a far parte della tradizione collettiva che simboleggiano un avvenimento e, talvolta, vengono usate come bandiera-simbolo da tutta la collettività.
Basterebbe pensare, guardandoci indietro nel tempo a "Va pensiero", simbolo del movimento per la riunificazione dell'Italia oppure, spostandoci dall'altra parte dell'atlantico, negli Stati Uniti, a canzoni come Yankee Doodle, simbolo della Rivoluzione Americana o, molto più recentemente a "Mr. Tambourine man" oppure "Blowing in the wind" di Bob Dylan. Simboli questi della protesta contro il Vietnam e sempre citati quando se ne parla.
Sono semplici canzoni ma entrate nel patrimonio degli avvenimenti e dei ricordi.
Canzoni popolari (mi perdoni Giuseppe Verdi) non scritte per governi o regimi ma nate dall'emozione del compositore ed assurte a simboli con la stessa valenza di bandiere e gonfaloni.
Ma sono solo canzoni.
Anche "Bella ciao" è solo una canzone; una ballata nata durante la lotta di liberazione che prese il posto di un inno d'Italia all'epoca latitante ed impresentabile.
Un inno usato da tutti, oppressori ed oppressi e, quindi, assolutamente non identificativo per la lotta dell'epoca.
Da che Repubblica è Repubblica, in tutte le manifestazioni rievocative della Liberazione, Bella Ciao è sempre stata associata come canzone simbolo seguita subito dopo dall'inno di Mameli a simboleggiare la confluenza da parte di un gruppo di italiani che ha lottato contro un regime nella totalità del popolo che ne ha avuto i benefici, in una ideale confluenza di una parte nel tutto.
Si resta quindi perplessi quando il sindaco di Alghero Marco Tedde (Forza Italia) arriva a proibire alla banda cittadina l'esecuzione di Bella Ciao per i festeggiamenti del 25 aprile sostenendo che tale canzone divide.
Se non hanno cambiato la storia stanotte mi sembra che l'unica divisione possa creare Bella Ciao è quella tra antifascisti e fascisti e, dato che il fascismo in tutte le sue forme è bandito per legge dal territorio della Repubblica Italiana (almeno sino a ieri) non vedo quale divisione possa paventare il sindaco di Alghero.
Mi sembra proprio che certa gente sia ancora convinta che la Resistenza sia un componente di ferri da stiro e stufette elettriche.
L'indimenticato Sandro Pertini si starà rigirando nella tomba.

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