15 aprile 2008

Tuvixeddu: la vendetta del colle

Potrà sembrare strano ma anche Tuvixeddu ha avuto la sua parte nel risultato elettorale.
No, non si tratta di teorie fantascientifiche, è solo una considerazione nata ascoltando tanta gente comune che vive nella zona, cercando di capirne i loro bisogni e le loro aspettative.
Sulla vicenda di Tuvixeddu, la sensazione diffusa percepita da chi abita nelle vicinanze è stata di un'imposizione dall'alto fatta a prescindere da qualsiasi considerazione sulla sostenibilità di un progetto che era stato ampiamente visto, rivisto e totalmente condiviso da tutte le parti.
Il blocco tout court voluto dalla RAS che ha posto la tutela ambientale-paesaggistica anche sul nulla archeologico, impedendo la realizzazione di qualsiasi cosa, è stato visto come un fermare tutto e lasciare le cose come sono.
Chiunque abbia occhi per vedere, si accorge che alla base del colle vi sono, si delle vestigia (peraltro ampiamente protette dai vincoli posti dalla Soprintendenza Archeologica) ma tutto è lasciato nel più completo abbandono rafforzando così il regno dei ratti & scarafaggi che imperano quasi ovunque.
Giustamente, tenendo conto di questa realtà, i cittadini che vivono nel quartiere non se ne fanno niente di un'area in cui, in tantissimi punti vi è il nulla archeologico e l'esistente degradato ed in tanti si sono trovati d'accordo sulle edificazioni partendo dal concetto che è meglio costruire qualcosa che porta sicuramente alla pulizia del luogo, piuttosto che mantenere il posto degradato com'è ora.
Invece no: tutta la torma di "paladini del colle" ha deciso che le cose dovevano essere lasciate com'erano, anzi, anche le aree adiacenti non dovevano essere toccate. A qualsiasi costo.
E così, con la solita politica da bulldozer, una certa fascia di una corrente politica che oramai non ha più nessuna rappresentatività parlamentare, ha posto in essere una politica di blocco.
Il solito lasciate tutto com'è, poi penseremo sul da farsi.
La cosa che ho trovato scandalosa è stato il non aver mai voluto ascoltare il vox populi, la gente comune; il comportarsi di questi personaggi autoritenutisi "gli eletti" (non in senso politico, s'intende) che, evidentemente per grazia divina o quant'altro, che hanno deciso "per" e "al posto di" coloro i quali quotidianamente vivono nel quartiere. Come se i comuni cittadini non contassero nulla.
Così associazioni ambientaliste, verdi, sinistre più o meno a sinistra, sinistrosi, esperti (più o meno tali), intellighenzia simil gauche, hanno detto un no globale senza avere una reale alternativa da proporre.
Che ci piaccia o meno, ci troviamo tutti a dover vivere con l'obbligo di proporre alternative sostenibili: i voli pindarici di utopie irrealizzabili sono estinti dappertutto.
Questa politica del no a tutti i costi e costi quel che costi, lasciando, nel frattempo, tutto fermo ha indispettito il cittadino comune che, in questa vicenda di Tuvixeddu si è sentito tagliato fuori, emarginato oltre che essere imbonito con false verità sparate in prima pagina.
Il trovarsi in casa gente che si è messa a decidere per conto dei residenti ha dato molto fastidio agli abitanti del quartiere; in occasione dell'ultima manifestazione (?) organizzata davanti al cantiere Cocco da parte di questi "paladini del colle" ho visto di persona abitanti del quartiere mandare a quel paese questi epici personaggi che, con fare molto supponente, portavano la loro sacra parola come evangelizzatori in mezzo a tanti ignoranti.
E' ovvio che, nel momento in cui si portano avanti certe politiche impositive senza un adeguato confronto, si corre sempre il rischio che chi ti ha mandato al potere, convinto che le cose potessero cambiare, un bel giorno ti revochi la fiducia e ti mandi a casa.
Anche per quisquilie come Tuvixeddu.

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