23 aprile 2008

Si impara sempre qualcosa

Capita, delle volte, di avere una lezione di vita da chi meno te lo aspetti.
E' quello che mi è successo ieri e ve lo vorrei raccontare.
Ieri sera sono andato a fare la spesa presso il centro commerciale EmmeZeta (scusate la pubblicità).
Parcheggiata la macchina mi sono trovato intorno il solito (pensavo) maghrebino con tutta la sua mercanzia al seguito pronto a vendermi qualcosa.
Sono andato via di fretta a cercare un carrello e l'ho lasciato lì alla ricerca di un altro possibile acquirente.
Uscito col carrello semipieno (ed il portafogli completamente vuoto) l' ho ritrovato davanti alla mia auto che mi aspettava al varco.
Rassegnato a dover per forza acquistare qualcosa, ho messo la mano nel portafogli per vedere quanti soldi erano rimasti e mi sono trovato soltanto due euro; ho quindi pensato che, tutto sommato, la cifra era congrua per pagare un simpatico "pedaggio" utile a poter andare via tranquillo.
Ho quindi chiesto che cosa poteva vendermi per due euro.
Ovviamente, con una cifra del genere non acquisti più nulla da nessuna parte, quantomeno da un ambulante.
Chiaramente la mia richiesta di acquisto non era dettata da un bisogno ma, diciamo così, dal voler fare una (seppur misera) benficenza senza cadere nella bieca carità.
Non avendo nulla da vendermi per quella cifra, ho pensato di donargli i soldi e sono quindi ricorso allo stratagemma del: "Facciamo così: dividiamo questi due euro; uno le tengo io ed uno lo tieni tu, così la prossima volta mi fai uno sconto quando ti acquisto qualcosa".
Ammetto che si è trattato di un bieco escamotage ma non volevo insultarlo con un'elemosina.
L'africano (non so come chiamarlo e non voglio assolutamente offenderlo) mi ha guardato negli occhi ed ha rifiutato i soldi dicendomi, con assoluta serità, che lui i soldi li prendeva solamente quando vendeva qualcosa.
A questo punto la cosa ha preso una piega quasi umoristica perchè, da una parte c'ero io a cercare di convincerlo a prendere i soldi (un misero euro) usando tutta la diplomazia che avevo per non offenderlo e, dall'altra lui che continuava ad insistere che gli unici soldi che prendeva erano quelli guadagnati.
Alla fine mi ha proposto di acquistare un accendino piezoelettrico per cucina a due euro.
Ho così chiuso la transazione vergognandomi di non avere qualche soldo in più in tasca.
Sono così tornato a casa con due euro in meno in tasca ma un'utile lezione di vita in più.
Che non ha prezzo.
Troppe volte vediamo questi africani come un fastidio che ci insegue nei parcheggi dei centri commerciali, nelle piazze o sulle spiagge ritendendoli, spesso, un peso per la comunità mentre, d'altro canto, si tende a portare compassione verso accattoni che, come unica attività nelle loro giornate, si limitano ad aspettare le monete nel loro piattino con sopra il solito cartello "Fate la carità" e, magari, tenendo dei cuccioli di animali vicino con lo scopo di commuovere.
Trarre il proprio sostentamento dal proprio lavoro e non dall'elemosina.
E' questo lo schiaffo morale che danno questi ragazzi africani approdati in un paese che, alla fin fine, li tiene emarginati e, troppe volte, li sfrutta per poi additarli come la causa di tutti i nostri problemi.
Perchè? Semplice: loro sono neri.
E poi dicono che non c'è razzismo.....
P.S.- Al ragazzo nero che mi ha dato questa lezione di vita: il 1° maggio sarò al parco di Via Cadello. Se ti ricordi di me, avvicinati: mi farebbe piacere bere qualcosa con te.
SeuDeu

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