03 aprile 2008

Tuvixeddu: a colpi di carta da bollo - Parte 1

Ed alla fine, così come previsto in tempi non sospetti, si è arrivati alle inchieste giudiziarie sull'affare Tuvixeddu.
Trattasi di ben due inchieste per abuso d'ufficio che, per ora, sono contro ignoti.
Ovviamente si fa per dire ignoti in quanto l'istituzione su cui il sostituto procuratore Daniele Caria sta indagando è la RAS.
Il tutto nasce da due esposti portati avanti da Coimpresa riguardo le decisioni prese dalla RAS (leggere amministrazione Soru) sul futuro dei colli punici (Tuvixeddu) e sul progetto alternativo a Coimpresa redatto su base di planimetrie e foto aeree dall'architetto Gilles Clement costato la bellezza di 150.00 euro e pagato dalla fondazione Banco di Sardegna.
Secondo l'opinione del legale di Coimpresa non esiste nessun documento che comprovi l'assegnazione del lavoro di progettazione a Clement da parte dell'amministrazione RAS e che, trattandosi di un importo così alto vi sarebbe dovuta essere una gara pubblica per l'assegnazione.
Al riguardo, alcune fonti vicine all'amministrazione hanno ricordato che, trattandosi di un pagamento effettuato da privati (fondazione B.d.S.) la cosa è perfettamente legale. Hanno però omesso di specificare che, in mancanza di una richiesta ufficiale, non si capisce a quale titolo abbiano pagato un progetto; mi risulta alquanto improbabile che un architetto del calibro di Clement si sia svegliato una mattina ed abbia deciso di realizzare un progetto su Tuvixeddu da presentare al Festarch l'estate scorsa con magno plauso del nostro governatore e che poi la fondazione del B.d.S. abbia pagato il progetto.
Proprio sui pagamenti vi sono alcune cose poco chiare: alcune fonti riferiscono che Clement abbia incassato soltanto 50.000 euro e sia in attesa del saldo mentre altre asseriscono il contrario. Misteri italiani.
Effettivamente il progetto di Clement presta il fianco a troppi interrogativi che, prima di me, si sono posti i giudici del TAR (rileggetevi le sentenze, sono pubblicate più sotto).
Cronologicamente parlando, il progetto è saltato fuori (per bocca del nostro governatore) ben prima che la commissione deliberasse il blocco totale della zona del colle e questo ha portato a pensare che il futuro di Tuvixeddu fosse già scritto e gli atti susseguenti non fossero altro che una mera giustificazione burocratica di una volontà precedentemente espressa.
Inoltre tale progetto stride palesemente con quanto detto sui luoghi sia da parte della commissione (ricordate la'oramai mitica "cupezza" del colle?), sia da parte dei vari studiosi che si sono espressi a proposito (ed a sproposito) su come sarebbe dovuto essere stato conservato il colle.
Inoltre, nonostante sia tecnicamente possibile realizzare un simile progetto in così poco tempo, vi sono delle perplessità sulla tempistica di realizzazione: troppo poco tempo per un progetto di così vasta portata, si direbbe che l'architetto abbia avuto un input di realizzazione ben prima di quando se ne sia parlato ufficialmente per la prima volta.
In soldoni questo vuol dire che l'idea di cambiare la destinazione d'uso (uso questo termine forse poco elegante per semplificare) fosse di molto precedente a qualsiasi atto formale su Tuvixeddu, ovvero vi fosse una certa premeditazione nel tutto.
E' un'ipotesi che, leggendo bene nelle sentenze del TAR in materia, è balenata anche ai giudici amministrativi che hanno redatto la sentenza e, se è stato aperto un fascicolo sulla faccenda, evidentemente è una teoria che potrebbe avere un solido fondamento.
Ritornando all'importo pagato a Clement per il progetto, è curioso notare che a due mesi dalla presentazione del progetto, vi sono state delle nomine in RAS che hanno scatenato un terremoto tael da portare la RAS davanti al tribunale del lavoro per comportamento antisindacale, ovvero per dirla come si sussurra nei corridoi del palazzo della regione, finanziamento in cambio di nomine ma queste, voglio sottolinearlo, sono voci di corridoio e sino a quando non vi saranno dei riscontri oggettivi, vanno trattate come tali;
anche se tale ipotesi è stata ripresa da due dei più importanti quotidiani sardi.
Giusto per non appesantire l'articolo, gli altri punti su cui vertono le due inchieste li affronterò più avanti.
Vorrei concludere facendo alcuni conti:
costo del progetto di Gilles Clement: 150.000 euro
spese processuali per sentenza TAR: 25.000 euro
e per ultimo:
probabile risarcimento danni richiesto da Coimpresa: 25.000.000 (venticinquemilioni) euro
Ovvio che per non pagare un tale risarcimento ci si appellerebbe anche alla corte suprema di Marte.
O no?

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