17 aprile 2008

La colpa è sempre degli altri

La politica, da qualche decennio, mi dà il voltastomaco.
Oggi ancora di più.
Mi ritengo un ex della politica che ha abbandonato nel momento in cui la base degli ideali sociali che hanno sempre fatto nascere qualsiasi movimento politico, sono stati sostituiti da nuclei al vertice capaci unicamente di autoriproduzione e perpetuazione di se stessi.
Detta in termini volgari: restare attaccati alla poltrona. Costi quel che costi.
Partendo da queste basi ho giurato a me stesso che non mi sarei più interessato di politica attiva: troppo schifo, troppi personaggi tesi ad avvitarsi nella poltrona, troppa demagogia e zero interesse ai problemi reali della gente e dei luoghi in cui vivono.
Preferisco essere fuori dal coro; non avrò prebende politico-economiche ma almeno posso ancora guardarmi allo specchio, contrariamente a molti (finti) politici.
Sia ben chiaro che non tutti sono degli arraffoni e qualcuno ancora abbastanza stupido a credere a degli ideali c'è (diversamente andrebbe già tutto a pu****ne).
E proprio perchè qualcuno di ideali dimostra di averne ancora, ritengo sia giusto venga difeso dai soliti regolamenti di conti che si hanno quando si incassano delle scoppole clamorose come quello della sinistra a queste ultime elezioni.
Premetto che, quando frequentavo la sinistra (quella vera e non quel blob che ha fatto si che un'intera corrente politica diventasse extraparlamentare), i personaggi che ora invocano la resa dei conti, giocavano, con tutta probabilità, ancora con le figurine e questo mi dà moralmente l'autorizzazione ad esprimere la mia opinione che, in qualsiasi caso, esprimerei essendoci ancora riconosciuta la libertà di opinione.
Personalmente trovo meschine le dichiarazioni del sig. Michele Piras, in arte segretario regionale del PRC, nei riguardi di Claudio Cugusi.
Meschine perchè riflettono, purtroppo, il solito modus operandi del partito (partiti) di scaricare sugli altri le colpe comuni o, se preferite, eliminare tutti coloro che non la pensano come i sommi sacerdoti che dirigono i partiti dalle loro scrivanie.
Prassi normale in una buona parte della sinistra da qualche decennio a questa parte; ragione principe per cui ho preferito trovarmi un lavoro vero anzichè portare avanti le mie idee politiche e, magari, fare anche carriera.
Conosco personalmente Claudio Cugusi e lo ritengo un sognatore, una persona che si sbatte a fare politica dal basso, coi cittadini qualunque e parlando con un linguaggio comprensibile.
Devo riconoscere a Claudio la capacità di avermi convinto ad interessarmi nuovamente (seppure in modo non più attivo come un tempo) alla politica e gli va riconosciuto il merito innegabile di aver dato visibilità pubblica al problema degli schiavi dei call center parlandone con un linguaggioo di tutti i giorni e quindi facilmente comprensibile a tutti.
In linea di principio non sono d'accordo su alcuni metodi di approccio da parte di Claudio in alcune tematiche ma questo unicamente perchè, personalmente, avrei agito con metodologie diverse (probabilmente picchiando più duro) e non per questioni ideologiche.
Forse l'unico difetto di Claudio è il non aver capito che anche per lui il giorno ha solo 24 ore. Come tutti.
Al signor Michele Piras vorrei chiedere invece di farsi un buon esame di coscienza e, nel caso di dimissioni, di dare il buon esempio facendo lui per primo le valigie rassegnando le dimissioni.
Questo perchè, quando una qualsiasi organizzazione fallisce nei suoi scopi, la colpa principale è della dirigenza che non è stata in grado di svolgere il suo lavoro correttamente, d'altrone i dirigenti sono messi li per dirigere mica per scaldare sedie.
Vorrei inoltre consigliare al sig Piras di ritornare in strada ad ascoltare la gente comune, magari i cittadini che vivono dalla parti di via S. Avendrace così magari capirà che i loro punti di vista sono differenti dai suoi e da quelli che il suo partito ha piazzato dentro la RAS ed hanno contribuito al vostro affossamento.
Si chiederà come mi permetto a scrivere queste cose.
Molto semplice: io ero un suo datore di lavoro (ho votato per il partito che lei rappresenta) e come tutti i datori di lavoro quando un suo dipendente non svolge il suo lavoro correttamente, lo licenzia.
Cosa che ho fatto togliendovi il mio voto per incapacità e, mi creda, fatti alla mano, non sono stato il solo.

1 commento:

Anonimo ha detto...

grazie Giorgio, non posso che condividere e mi pesa un po' che da quando ti sei trasferito non è facile vedersi.
Se ce la fai passa all'assemblea lunedì alle 19. (c.c.)