12 gennaio 2008

Non ci sto piu'

No.
Non ci sto più.
Non è possibile che si arrivi alla guerriglia urbana per una questione politica, siamo all'assurdo e forse oltre.
Non esiste mettere a ferro e a fuoco un quartiere per qualche tonnellata di spazzatura, attentare all'incolumità di semplici cittadini o, peggio, a persone che indossano una divisa, sono malpagati e cercano di difenderci come meglio possono, compatibilmente con una struttura legislativa che protegge più i malfattori che le persone perbene.
Non sta da nessuna parte che vengano pestati anche chi sta in mezzo a questa follia col solo scopo di informare la gente.
Ma, anche e sopratutto, non sta in piedi che tutto questo sia nato da una rivalità da stadio.
Quello che è successo a Cagliari ha un solo nome: guerriglia urbana e, permettetemi, la guerriglia urbana non nasce dal nulla o, meno che mai, casualmente.
Dietro tutto questo c'è una ben precisa strategia e ben precisi mandanti e, per carità, non ditemi che si tratti di "vendette maturate allo stadio".
Sicuramente la manovalanza è la stessa, però utilizzata per altri scopi ed altri fini da mandanti che non hanno nulla a che fare con partite di calcio et similia.
Nel momento in cui si armano delinquenti di mezza tacca per creare disordini si esce definitivamente dal contesto della civiltà e non esiste nessuna giustificazione.
La cosa che mi fa piu' schifo (al di là dei fatti accaduti) è l'immenso cinismo dei mandanti: hanno assoldato (si badi bene, anche istigare alla violenza è un assoldamento morale) la bassa manovalanza del miglior teppismo per creare una situazione di pericolo di ordine pubblico ed alla fine, chi pagherà saranno solamente quegli sciagurati che hanno creato tafferugli mentre gli altri, ben più colpevoli, resteranno nell'ombra e continueranno ad incassare lauti stipendi (ed altro) e, magari, ce li ritroveremo da qualche parte a riempirsi la bocca con frasi piene di democrazia.
Ipocrita, ovviamente.

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