21 settembre 2008

Tuvixeddu: Comunicato da Amici di Sardegna

Ricevo e pubblico:

COMUNICATO STAMPA
Tuvixeddu: l’ennesima demagogica prevaricazione

Da oltre 20 anni operiamo in Sardegna nel tentativo di creare interesse e partecipazione sulle peculiarità e vicende che riguardano la nostra terra allo scopo di arricchire le conoscenze e le sensibilità dei residenti. Fra le numerose iniziative che abbiamo realizzato in tutta la Regione quelle riferite alla necropoli di Tuvixeddu sono state senz’altro le più seguite e anche le più imitate. Su questo sito di rilevanza mondiale si è detto e fatto di tutto. Ma alla fine sembra che non se ne voglia venire a capo. In effetti c’è molta confusione e anche una limitata conoscenza dei fatti.
Ma, al riguardo, una cosa mi sembra giusto affermare.
12 anni fa, in occasione della 1° manifestazione di Monumenti Aperti, aprimmo al pubblico la necropoli di Tuvixeddu, nonostante le resistenze del Comune di Cagliari e degli stessi organizzatori della manifestazione. In un poco più di un giorno raccogliemmo circa 3.000 firme dei visitatori e presentammo la proposta di Tuvixeddu Monumento Unesco. Da allora abbiamo organizzato visite guidate, dibattiti, progetti, iniziative legislative e raccolta di firme che sono state trasmesse a tutti gli enti pubblici e al Ministero dei Beni Culturali.
Purtroppo ai nostri numerosi incontri non ha mai partecipato il Presidente Soru e neppure gli Assessori regionali competenti.
E poi se Tuvixeddu è un bene identitario, come si afferma, la laguna di Santa Gilla, dove è stata costruito il Campus di Tiscali, non lo è lo stesso?
E’ bastato avere un nome aziendale identitario per rovinare un bene della stessa natura?
Oggi ci dispiace dover rilevare che la nostra proposta sia stata fatta propria dal Presidente Soru e presentata agli Uffici di Roma, senza neppure essere stati da lui ricevuti o citati fra coloro che hanno avuto il merito di segnalare l’iniziativa.
Perché quando si parla di cultura e identità della Sardegna il Presidente preferisce ascoltare la solite associazioni ambientaliste romane, piuttosto che ascoltare i suggerimenti degli Amici della Sardegna, che in questi anni hanno cercato di dare, dimostrando di avere al loro interno sufficienti conoscenze, capacità e competenze e soprattutto del buon senso?
Proprio quel buon senso che se fosse stato ascoltato (e i fatti ci danno purtroppo ragione!) non ci avrebbe portato alla paradossale situazione in cui oggi ci troviamo e chissà per quanto ancora dovremo subire.
Smettiamola di usare la collina come strumento di lotta politica e realizziamo questo benedetto parco trattando con i legittimi titolari, dove non c’è solo la Coimpresa e il Comune e il Presidente della Regione sostenuto da 4 blasonate associazioni ambientaliste, ma tutta la Sardegna.

Il Presidente
Prof. Roberto Copparoni

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