Domanda e offerta
Di tanto in tanto qualcuno ritorna (sempre troppo pochi) sull'argomento Tuvixeddu.
La cosa non puo' che farmi piacere, è segno che un certo interesse persiste e, di questi tempi di oblio immediato è quasi una vittoria.
Le argomentazioni pero' mi lasciano interdetto: trattasi quasi sempre di persone che discutono arrogandosi il diritto di decidere PER gli altri e questo, scusate se lo dico, implica una totale mancanza sia di pensiero democratico sia di visione reale delle cose.
Rispondo a Cristina Ronzitti (almeno così si firma) che si pone la domanda del cosa se ne fanno i cagliaritani delle case costruite dalla Coimpresa (Cualbu) violando luoghi sacri dei nostri avi.
Sarebbe una bella riflessione se non fosse che da questa considerazione scaturiscono due fatti ben precisi:
Punto primo: dimostra di non avere la piu' pallida idea di dove sarebbero dovute essere costruite le case.
Punto secondo: mi sa tanto che non ha idea delle logiche di mercato.
Cerco di spiegarglielo io.
Per il punto uno (basta aver dato un'occhiata al progetto) Le faccio sapere che le case sono state progettate per essere costruite sul NULLA ARCHEOLOGICO, ossia ove sorgeranno (sarebbero dovute sorgere) non c'è assolutamente nulla che possa avere lontanamente una qualsiasi valenza archeologica. Solo pietre. Quello che eventualmente ci poteva essere stato un tempo è stato ampiamente depredato, scavato, tritato in periodi molto precedenti.
Per il punto secondo, Le faccio sapere che se Coimpresa ha deciso di costruire è evidente che c'è una richiesta di appartamenti quindi esiste una necessità di mercato che è creata dalla domanda (i cittadini che vogliono acquistare una casa) e non dall'offerta (Coimpresa che costruisce case). Trattasi di elementare rapporto tra domanda ed offerta.
Le dirò di piu': la domanda di alloggi è così alta che Coimpresa aveva gia' venduto piu' della metà degli appartamenti SULLA CARTA.
Inoltre (si vada a guardare il progetto) Coimpresa ha, in qualche modo, sponsorizzato i lavori nell'area archeologica vicina (dove esistono realmente delle vestigia) se non altro per la ragione che un'area archeologica valorizzata a ridosso dei suoi appartamenti ne avrebbe aumentato l'appetibilità (e conseguente valutazione).
Sono d'accordo che i costi d'acquisto di appartamenti a Cagliari siano (almeno per me, comune mortale) stratosferici ma questo, evidentemente, non frena la corsa agli acquisti di cagliaritani e quindi sin tanto che vi è una richiesta, vi sarà sempre un'offerta.
Su questo si metta pure l'anima in pace.
La realtà di Tuvixeddu è un'altra: è stato un ring dove si è svolto uno scontro tra poteri e dove la sacralità del luogo e le sue sopravissute vestigia non interessavano a nessuno. Erano soltanto un paravento.
Cordialità
SeuDeu
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