La fine del letargo
Non ho bisogno di leggere i giornali per sapere che le elezioni anticipate si avvicinano. Mi basta il telefono.
Già da ieri sera una serie di personaggi politici che credevo scomparsi hanno iniziato a telefonarmi.
Personaggi dati per dispersi dalle ultime elezioni, scomparsi sulle loro poltrone (di palazzo o di qualche commissione poco importa).
Tutti col solito copione in mano e tutti a rimarcare che mi hanno pensato tutto questo tempo (strano, sino alla settimana scorsa erano irragiungibili ma, forse, ero io ad avere il telefono difettoso).
E' comunque sbalorditivo come mi ricordino quanto hanno fatto per la società (?) e quanto faranno per me (?!).
Stessa solfa da almeno quattro lustri.
Commoventi quando affermano di considerarmi perno importante per il loro percorso, strepitosi nell'affermare che nel loro prossimo mandato avranno un posto anche per me.
E così si andrà avanti per qualche mese con inviti a cena utili per sorbirsi i soliti discorsi della finta politica a favore dei cittadini, dei sondaggii per capire quanti voti puoi portare, dei pavoneggiamenti dei nuovi aspiranti portaborse.
La solita politica, insomma.
L'Homus Politicantis (i latininisti non me ne vogliano) si è risvegliato dal letargo perchè prematuramente sfrattato dalla dimora conquistata alla faccia nostra e si sta dando subito da fare per riconquistarla.
Salvo poi chi s'è visto, s'è visto sino alle prossime elezioni.
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