06 dicembre 2007

Va bene, va bene così

Un tempo, quando esistevano le ideologie e l'onestà intellettuale
(Qualcuno si domanderà : ma quanti anni ha questo?),
le mie idee stavano in un'area politica definita "di sinistra".
Oggi non lo so più.
Non è che ho sono perso la mia ideologia, è che le ideologie sembrano sparite.
L'unica cosa rimasta è l'interesse e la voglia di mantenere, a turno, lo status quo.
Se andiamo a vedere come stiamo oggi, sarei curioso di sapere in quanti sono convinti che i nostri attuali governanti (parola grossa) ci stiano facendo vivere bene.
Non passa giorno che, a fronte di dichiarazioni altisonanti di sviluppo in crescita della nazione, vengano presi provvedimenti in direzione opposta.
Un po' come dire: tutto va bene ma dovete continuare a tirare la cinghia.
Che senso ha questo?
I precari continuano a fare i precari, l'esercito dei disoccupati si ingrossa, le tasse aumentano, di regolarizzazioni delle unioni di fatto nemmeno l'ombra, le assicurazioni continuano a sfilarti i soldi dal portafogli, così come le banche e lo Stato.
Risulta quindi evidente che tutte le promesse fatte all'elettorato da questo governo (ma anche il precedente non ha scherzato) erano, appunto, promesse.
E' normale che, dopo questa disamina, si possa parlare di fallimento di un governo.
In un paese normale, che rappresenta il governo avrebbe dovuto parlare al Paese per dare, perlomeno, una giustificazione plausibile.
Questo in un paese normale con politici veri.
Per onestà c'è da dire che, almeno un politico che sta dentro il governo ha ammesso che il governo ha fallito, rispetto al mandato degli elettori e quindi, onde evitare di naufragare prima del tempo sarebbe bene guardarsi negli occhi e dare una svolta all'andazzo.
E' stato divertente e disgustoso, nello stesso tempo, vedere le reazioni dei suoi stessi alleati: a nessuno è passata per l'anticamera del cervello che potesse aver ragione.
Tutti si sono schierati contro anche se c'è da dire che le argomentazioni sono state varie: dal traditore della causa allo scarso senso dello Stato, dall'interesse personale alla voglia di protagonismo, eccetera (non ho letto tutte le opinioni e quindi qualcosa mi manca).
Anche al netto dell'interesse politico che vi possa essere stato in una tale dichiarazione di resa, c'è da dire che Bertinotti (che gode di una riconosciuta onestà intellettuale) ha avuto il coraggio di dire quello che è sotto gli occhi di tutti: stiamo peggio di prima e quindi chi ci governa ha fallito.
Sono comunque dell'opinione che, sotto certi versi, si sia scavato la fossa da solo perchè, nel momento in cui andrà a fondo questo governo (e penso che sia solo una questione di tempo), la colpa verrà scaricata unicamente su di lui in quanto, con le sue dichiarazioni ha minato la compattezza di un esecutivo.
Se proprio non ci si è bevuti completamente il cervello, risulta evidente che stiamo parlando di un concilio di personaggi che giocano a fare politica sulla nostra pelle dopo averci illusi con promesse sul miglioramento di vita (meno tasse, piu' potere d'acquisto e illusioni varie); in realtà trattasi di personaggi saldamente avvitati alle poltrone (esattamente come chi li ha preceduti), assolutamente menefreghisti ai bisogni della gente, con l'unico scopo di tenersi ben stretti tutti gli onori e imbattibili nello scaricarne a noi gli oneri.
In questa alzata di scudi generale contro Bertinotti ho visto una similitudine con i casi di Forleo e De Magistris. L'unica differenza è che, mentre Fausto Bertinotti non puo' essere trasferito d'ufficio ad altro incarico (questo lo possono decidere solo i suoi elettori o il Parlamento), Forleo e De Magistris si (e non hanno nessuno che li possa difendere).
Però tutti e tre hanno una cosa in comune: col loro operato sono andati contro un sistema che continua a volerci far credere che tutto va bene.

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