Furto d'autore
Ho ricevuto questo documento dagli Architetti Masoero & De Carlo, noti per aver progettato (splendidamente) la lottizzazione di Tuvixeddu. Ho letto due volte il documento non credendo ai miei occhi e ritengo sia doveroso pubblicarlo INTEGRALMENTE affinchè ciascuno di voi si faccia un'idea di come stanno andando le cose.
12/09/2007 Architetti Masoero & De Carlo
In risposta ai recenti articoli su Tuvixeddu e sul progetto di Gilles Clement
Immagini della Necropoli che Cagliari non ha mai potuto vedere
L’articolo allegato tratto da D di Repubblica dell’8 settembre, rappresenta bene il livello della campagna mediatica sottile e costante che la vicenda di Tuvixeddu ha raggiunto
Siamo costretti a subire periodicamente, con un frustrante senso di impotenza, la lettura di articoli in cui si fa passare quello che noi stavamo facendo a Cagliari come un atto di distruzione e di cementificazione.
Quando circa 10 anni fa abbiamo redatto i primi progetti per Tuvixeddu, di sostenibilità ambientale si parlava poco ed era materia per pochi appassionati (spesso considerati inutili idealisti o fanatici) o per ricercatori. Noi da sempre abbiamo come metodo progettuale lo studio attento dei luoghi e il rispetto dell’ambiente. Le persone con cui abbiamo lavorato in questi anni, i tanti nostri interlocutori in Comune, Regione e Soprintendenza lo possono testimoniare. La nostra ricerca instancabile per soluzioni sempre più ecocompatibili parte da lontano e non è frutto di mode recenti.
Nel parco di 20 ettari che abbiamo progettato in forma esecutiva nel 2002 e il cui cantiere era ormai al termine (tutte le piantumazioni e le opere di integrazione della vegetazione esistente erano previste per questo periodo (fine 2007). Nella grande area archeologica della Necropoli (che sembra essere stata scoperta solo ora grazie al Governatore e ai suoi brillanti consulenti e consiglieri) gli archeologi sono al lavoro da circa tre anni e silenziosamente ma con grande entusiasmo e competenza hanno esplorato studiato rilevato classificato centinaia di tombe con i loro corredi, e reperti di varia natura.
Con le scarsissime risorse economiche che il nostro Stato ha messo a loro disposizione, nonostante grandi proclami della Regione di far avere finanziamenti per la valorizzazione del patrimonio archeologico, hanno lavorato con pochi mezzi e tanta passione, racchiudendo i piccoli “tesori” in scatole recuperate da confezioni di farmaci, cosmetici, alimenti…raccolte in cassette e stipate in depositi inaccessibili, perché la Soprintendenza non dispone nemmeno di appositi contenitori. Ogni nostro sopralluogo in cantiere si concludeva con l’apertura di queste piccole preziose scatole che le archeologhe delicatamente e orgogliosamente ci mostravano.
Durante l’ultimo sopralluogo abbiamo avuto l’emozione di percorrere un tratto dell’acquedotto romano che intercetta la Necropoli fenicio-punica
E’ questa la cementificazione, lo scempio della Necropoli?
Al parco archeologico di Tuvixeddu serviva un affaccio sulla via S.Avendrace dove alcuni lotti destinati all’edificazione, contengono tombe più o meno conservate e dove il fronte di cava rivela, come una sezione grafica, i pozzi e le camere funerarie. Il nostro ultimo progetto esecutivo e già finanziato con fondi UE del 2006 per l’ampliamento del parco, ne prevedeva l’acquisizione tramite esproprio da parte del Comune: è stato tutto bloccato in Regione e i finanziamenti comunitari persi.
Lo scopo dell’azione di forza del Governatore era quello di appropriarsi di tutta l’operazione di trasformazione dell’area per farne uno strumento politico. Ha ottenuto il suo scopo diventando paladino della difesa dell’ambiente a livello nazionale. Peccato però che…..
La gente non sa, o ha dimenticato in seguito al martellamento mediatico, che il parco era già quasi ultimato e che la bella, grande e suggestiva Necropoli sarebbe stata visitabile da studiosi e turisti, già dall’anno prossimo. Se lo scopo era quello della tutela, si sarebbe certo dovuto procedere con l’includere i lotti di via S.Avendrace, che non c’entravano con l’operazione di sviluppo immobiliare che Soru ha voluto bloccare, e procedere con l’ampliamento di quanto era quasi ultimato così come in programma.
Per i lavori del parco sono già stati spesi € 2.500.000,00. Ora i lavori sono fermi, senza il loro completamento le aree subiranno un inevitabile degrado, le tombe scavate e ripulite si riempiranno nuovamente di terra e detriti.
Il Governatore ha incaricato direttamente, il paesaggista Gilles Clement, per rifare il progetto nonostante la realizzazione quasi ultimata, e nonostante le aree siano di proprietà del Comune e non della Regione. Si attende ora il giudizio del TAR.
Il nostro progetto per il grande parco urbano e archeologico era stato giudicato, da una commissione nominata dallo stesso Soru, troppo verde, troppo allegro, si è accusata la Soprintendenza di aver riportato alla luce troppe tombe (mentre Legambiente proclamava la costruzione di villette sulle tombe!), sul nostro progetto abbiamo letto e sentito ripetere falsità alle quali impotenti non possiamo controbattere
Ed è questa sensazione di profonda ingiustizia che ora è diventata insostenibile. Anche il Comune rimane in silenzio aspettando la sentenza del TAR, e non difende un’opera pubblica che sarebbe stata motivo di vanto per qualsiasi Pubblica Amministrazione, essendo perfettamente in linea con quanto la Regione stessa sta proclamando e in linea con le più serie teorie in campo di tutela ambientale
Nei giorni del Festarch, abilmente organizzato dal nostro collega ed ex amico Stefano Boeri, il progetto di Gilles Clement è stato presentato come una svolta:
14 accessi, un ascensore pubblico per il parco, un “giardino romantico”, zone di vegetazione spontanea, un centro di studio e didattica, un collegamento sul canyon…. Ha cambiato nomi ai luoghi ma molti dei contenuti sono già nel nostro progetto (toponomastica e demagogia a parte). In pochi giorni Clement ha redatto un progetto su di un’area vasta e complessa, senza averne respirato i profumi, le suggestioni, i molti problemi...
Soru ha fatto sequestrare i nostri disegni per fornire a Clement tutto il supporto che gli mancava, e noi vediamo ora un'aria familiare nei suoi! Ma due sono le grandi differenze:
o Il nostro progetto è stato bloccato perchè giudicato troppo invasivo nell’alterazione dello stato dei luoghi: l’area del cosiddetto catino, derelitta zona di cava avrebbe dovuto conservare il suo carattere lugubre mentre noi ne facevamo un parco pubblico. Ebbene in questa zona il progetto di Clement prevede un’arena per 5000 persone. Ci chiediamo se arriveranno tutti portati dalle cicogne rimanendo sospesi a mezz’aria e astenendosi da qualsiasi espressione ed esigenza corporale…… Per gli spettacoli propone una serie di scene telescopiche che scompariranno conficcate nel terreno, probabilmente coperte con zolle scorrevoli (ricordate i vecchi Jeams Bond? La Regione è ricca come la Spektre?)
o Al posto della controversa strada pubblica (voluta e approvata negli anni passati da Comune, Soprintendenze e Regione) che attraversa il canyon e che non faceva parte del parco e che anche noi avremmo volentieri incluso nel parco, colloca un fiume di papaveri. Suggestiva idea. Invitiamo i futuri visitatori a prenotare visite in quel mese (forse) in cui saranno fioriti, invitandoli a ricordare che non si trovano nella pianura padana o nella campagna francese ma in terra sarda….
A parte questi piccoli dettagli sui quali non abbiamo ancora sentito il parere dei tanti che a suo tempo si proclamavano salvatori di Tuvixeddu, quello che più ferisce è l’assoluta assenza di contradditorio che non ci permette di ricordare ai Cagliaritani e non solo, che il parco era in progetto e quasi ultimato.
Certo si sarebbe potuto ingrandire, ma con le aree sulle quali ci sono ancora molte tracce e segni storici, non con quelle verso la Via Is Maglias sulle quali abbiamo già cercato più volte di dire che l’attività di cava ha negli anni passati asportato ogni traccia. Aree che nel PPR si definiscono “Aree degradate o radicalmente compromesse da attività antropiche pregresse”.
E per fare questo non era necessario annullare l’Accordo di programma del 2000, le autorizzazioni già rilasciate su Is Maglias, e soprattutto non era necessario fermare il cantiere del Parco e far rifare il progetto e modificare le opere già fatte: questo è solo un grande e inutile spreco di soldi pubblici (oltre violazione di accordi e contratti in essere)
Nei giorni del Festarch nessuno lo ha ricordato, sui giornali nazionali ora si parla di questo progetto per Tuvixeddu come se non ce ne fosse mai stato un altro.
Conosciamo bene i lavori di Clement, si è prestato a questo gioco di forza mentre lo credevamo un pacifista, e ancora una volta non possiamo stare zitti e accettare di passare per cementificatori e distruttori dell’ambiente: E’ troppo duro dal punto di vista umano, professionale e anche politico.
Nessun commento:
Posta un commento