Tuvixeddu: Il perchè delle cose non dette (per il momento)
Colgo l'occasione del commento lasciato da Catalepton, (il cui significato suona pressapoco come "scelta spicciola" o "alla spicciolata") che ringrazio per quanto scritto sul suo blog nei miei confronti, per parlare di un lato dell'affare Tuvixeddu poco noto: le informazioni e come si gestiscono.
Come argutamente ha osservato Catalepton nel suo blog (http://catalepton.altervista.org/2008/07/20/una-cartolina-da-tuvixeddu), non tutte le informazioni che ho su Tuvixeddu sono state pubblicate.
Ciò implica una spiegazione doverosa nei confronti dei miei lettori sull'argomento.
La premessa a tutto il discorso è data dal fatto che su Tuvixeddu, in realtà, vi sono poche persone che trattano l'argomento e sono in possesso di documenti ed informazioni valide; questo comporta il fatto che se pubblico un'informazione "in anteprima" è quasi automatico risalirne alla fonte.
Dato che, come ho già avuto modo di dire, Tuvixeddu è un campo di battaglia in uno scontro di poteri dove, per dirla in maniera cruda, "non si fanno prigionieri", è facilmente comprensibile il destino di un informatore scoperto a fornire notizie "scomode".
Non dimentichiamo mai che l'archeologia (ed anche l'ambiente) ha pochi soldi a disposizione e tante bocche da sfamare (problema classico quando si ha a che fare con la cultura che, commercialmente, non rende un fico secco).
E proprio sapendo questo che una buona parte di notizie non ho voluto pubblicarle: non mi interessa far correre rischi a delle persone (che spesso è già un miracolo che abbiano qualcosa somigliante ad un lavoro) in nome dell'informazione (a meno che non mi autorizzino espressamente) anche perchè, visti i risultati, non è che l'informazione possa modificare più di tanto la situazione su Tuvixeddu
Non la modifica perchè non esiste un'opinione pubblica in materia.
Una delle ragioni di questa inesistenza è dovuta, come giustamente sostiene Catalepton, alla scarsa informazione dell'area di Tuvixeddu: non esiste una pubblicazione leggibile e comprensibile da un comune mortale, mai visti percorsi realizzati, solo chiacchere da accademia ed avvitamenti linguistici bisognosi di traduzioni simultanee per i non capenti.
Non esistendo un'opinione pubblica in materia (quella poca che c'è non ha peso sufficiente) il tutto si riduce ad una diatriba tra "addetti ai lavori" che, spesso, sfocia in rese di conti per ruggini di vecchia data.
A tale proposito avrei tante di quelle notizie da pubblicare che spiegherebbero certe prese di posizione attualmente inspegabili in quella che si sta riducendo, per molti versi, ad una guerra contro la Soprintendenza Archeologica (molto mirata, aggiungerei) facendo quasi passare la "salvezza" dell'area di Tuvixeddu in secondo piano.
Ma se scendessi in particolari molte persone ne pagherebbero le conseguenze (probabilmente) in termini lavorativi e questo non penso sia un bene.
Sono abbastanza disincantato per sapere che non è il caso di immolare persone sull'altare dell'informazione: non serve.
La gente (escluse alcune persone) legge e se ne infischia: l'ago della bilancia non si sposta di un millimetro.
Nel contempo mi si aggroviglia lo stomaco nel sapere (e non poterlo ancora raccontare) del perchè tante persone hanno rimestato nel calderone di Tuvixeddu apparendo e scomparendo a secondo delle esigenze contingenti.
Così come quelli che, contattati per cause più urgenti di Tuvixeddu (ed anche un pelino più rischiose) sono svaniti nel nulla. Probabilmente non era assicurata l'intervista per il notiziario dell'ora di pranzo. Chissà...
Ma il non aver ancora pubblicato tutto il materiale che ho a disposizione non significa che lo tenga chiuso per sempre nel cassetto.....
Qualche lettore attento si è accorto che su molti episodi della saga di Tuvixeddu ho pubblicato con qualche ora di differenza la stessa notizia però con una maggiore abbondanza di particolari rispetto alle altre fonti.
Una ragione ci sarà: pensateci.